Ieri, come ricorda Marco Bernardini nel suo profilo FB,  “il Cai di Pistoia e di Castelnuovo Garfagnana hanno ricordato il tragico evento avvenuto il 12 Marzo 2006 sul crinale tra il Lago Scaffaiolo e il passo della Calanca sull’Appennino tosco-emiliano. Evento che ebbe un epilogo tragico con un morto e svariati feriti con lesioni da congelamento a causa di una bufera di neve e vento di eccezionale intensità che mise a dura prova la macchina dei soccorsi in particolare la stazione del soccorso alpino del Corno alle Scale. Nelle foto alcuni sopravvissuti con l’allora capo stazione Mauro Ballerini

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Ieri il Cai di Pistoia e di Castelnuovo Garfagnana hanno ricordato il tragico evento avvenuto il 12 Marzo 2006 sul crinale tra il Lago Scaffaiolo e il passo della Calanca sull’Appennino tosco-emiliano. Nelle foto alcuni sopravvissuti con l’allora capo stazione Mauro Ballerini foto Mauro Ballerini

 

Come già ho avuto modo di commentare in un mio post, ricordo quell’episodio, gli amici Saer cnsas mi chiamarono il giorno per info meteo in vista di una manifestazione, il memorial Renzo Nanni Sky alp non competitivo. Sempre Marco Bernardini mi scrive ”  .. ricordo bene la tua raccomandazione … entro le ore 12 tutti giù dal crinale … e così facemmo”

Purtroppo, non così fece un gruppo di escursioniste che fu colto dalla bufera di vento e neve, improvvisa ma non imprevista, con le tragiche conseguenze ricordate nel post e che ritroviamo anche in alcuni articoli di cronaca, da TG COM:

Escursionista muore sull’Appennino tosco-emilano
La morte dela coppia è soltanto l’ultima tragedia della montagna: questa mattina, infatti,  un altro escursionista è stato trovato morto assiderato nei pressi del lago Scaffaiolo, sul crinale dell’Appennino tosco-emiliano al confine tra le province di Bologna, Modena e Pistoia. Il corpo senza vita di Sergio Gentili, 65 anni, pistoiese, è stato individuato  sotto un cumulo di neve con l’ausilio di unità cinofile. Alle ricerche hanno partecipato numerosi volontari e squadre del soccorso alpino. L’uomo deceduto faceva parte di una comitiva che aveva fatto tappa al rifugio Duca degli abruzzi e si era persa a causa della tormenta durante una passeggiata nel bosco. Nella notte le temperature erano scese di dieci gradi sottozero. Il maltempo e la scarsa visibilità avevano sorpreso il gruppo toscano, di cui facevano parte 19 persone. Due di loro erano riuscite a rientrare alla base coi loro mezzi, e una aveva riportato un trauma da caduta. Altre 15 persone, guidate attraverso i telefonini nella notte, erano state raggiunte domenica sera, accompagnate al rifugio Mariotti e affidate alle cure dei medici. All’appello mancava solo Gentili, che aveva perso contatto con il gruppo ed era rotolato in un canale. Le battute si sono svolte tra il Corno alle Scale, lo Scaffaiolo e il passo della Croce Arcana
. ”

Meteorologicamente l’episodio fu caratterizzato da una irruzione di aria fredda, ben prevista specie pensando che 10 anni fa i modelli erano meno raffinati di oggi, che entrò repentinamente da nordest, le isoterme in quota crollarono, a 850 hPa da circa 0ºC a -10ºC.

Quello che fu subdolo è che fino a poche ore per non dire poche decine di minuti prima dell’ingresso del fronte il tempo era buono, questa sorta di “calma prima della bufera” spesso avviene in situazioni di quel tipo e porta spesso a sottovalutare le previsioni, tipico quando al mattino qualcuno dice in estate “era prevista pioggia e c’è il sole” e poi al pomeriggio si scatenano violenti temporali mettendo a repentaglio la sicurezza, vale in montagna come al mare.

andamento quota zero termico da radiosondaggio Bologna, mese di marzo 2006: si nota fra il 10 e 12 marzo il drastico crollo da circa 2500 m a soli 400 m circa

andamento quota zero termico da radiosondaggio Bologna, mese di marzo 2006: si nota fra il 10 e 12 marzo il drastico crollo da circa 2500 m a soli 400 m circa

neve a Campogalliano, 12.03.2006

neve a Campogalliano, 12.03.2006, foto Luca Lombroso

A Modena presso l’osservatorio Geofisico alle ore 10 la temperatura era assestata attorno a +6°C, ma poco dopo iniziò una repentina diminuzione che portò il termometro prossimo a 0°C, nel pomeriggio nevicò a tratti fitto, come ricorda Salvatore Quattrocchi nelle sue precise note: “dalle ore 11.10 turbini di fiocchi piccoli. fra le 12 e le 12.45 neve debebole, dalle 12.45 alle 16.35 neve moderata-forte, con suggestive fioccate. alle 17 schiarisce.”

 

In Appennino caddero una decina di centimetri di neve in pedemontana e collina e circa 40 cm sul medio-alto Appennino e sul crinale, ma con forte bufera. la stazione meteo AM del Monte Cimone riporta il giorno 11 una temperatura minima di -5°C e massima di -2°C, mentre il 12 marzo, che era una domenica, la temperatura crollò letteraslmente nel corso della giornata, scendendo fino a -11.4°C, con raffiche di vento prossime a 100 km/h. Non vi sono rilievi per quel giorno al Corno Alle Scale, ma è probabile, per l’orografia di quella zona, che il vento fosse molto più forte, e comunque già con -11°C e vento a 90 km/h l’indice di wind chill corrisponde a -26, il che implica una perdita di energia dal corpo umano stimabile in circa 1800 W/m2 (valore calcolato).

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Analisi in superficie DWD 12.03.2006 ore 06 UTC

Le mappe sia di analisi che di reanalisi sono eloquenti e interessanti: la situazione meteo era caratterizzata da un anticiclone disposto con asse fra la penisola Iberica e quella Scandinava, dove si trovava un massimo di 1035 hPa. Sul suo fianco orientale si attivava così una irruzione di aria fredda, un primo fronte era transitato 48 ore prima, mentre il fronte principale fa la sua irruzione, come si nota bene dalle mappe DWD, proprio nella mattinata di domenica 12 marzo 2006. Le reanalisi mostrano poi molto bene la massiccia irruzione fredda, con domenica 12.03.2006 alle ore 12 l’ingresso di un’isoterma -4°C a 850 hPa

 

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Reanalisi ECMWF ERA Temperatura 850 hPa, 12.03.2006 ore 12

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Reanalisi ECMWF ERA Temperatura 850 hPa, 13.03.2006 ore 00

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Reanalisi ECMWF ERA pressione al suolo e Geopotenziale 500 hPa, 12.03.2006 ore 12

 


Infine, qualche riflessione. Non credo sia giusto giudicare quanto accaduto, ma è doveroso ricordarlo sia per rispetto alle vittime sia per migliorare la prevenzione. Ancora oggi, da internet che si stava diffondendo siamo passati alle APP, la maggior precisione, indubbia, delle previsioni meteo purtroppo talvolta si rivela controproducente, troppo spesso noto, nelle mie escursioni, da semplici sciatori a escursionisti e anche alpinisti e scialpinisti fare affidamento, per pianificare, alle previsioni automatiche, magari fidandosi della tecnologia. Ricordatevi che le informazioni automatiche lasciano il tempo che trovano, che in montagna le perturbazioni possono ritardare o anticipare, e arrivare improvvise. entrambi, il ritardo o anticipo di un evento meteo, portano a un aumento del rischio a chi si avventura, al mare come in montagna.

Come ASMER Emilia Romagna Meteo stiamo lavorando, per migliorare opera di divulgazione a #labuonameteo,all’organizzazione di attività al proposito, nel frattempo, ricordatevi che va sottovalutata una previsione o un allerta meteo, e anche il nostro Appennino va sottovalutato,   in montagna e anche in mare aperto il tempo può cambiare improvvisamente.

 

Credit: si ringraziano per le fotografie  Mauro Ballerini, ex Capostazione  Stazione Corno Alle Scale SAER CNSAS e Marco Bernardini per il racconto condiviso e qui riportato.