Anticiclone è sinonimo di alte pressioni, spesso e volentieri di bel tempo anche se non è sempre così. Quanti tipi di anticicloni esistono? Cerchiamo di scoprirlo qui di seguito.

Questo argomento ci è stato suggerito da diverse richieste pervenuteci, le quali come comune denominatore hanno la caratteristica di fornire informazioni sull’anticiclone delle Azzorre. Abbiamo perciò pensato di riservare un articolo alla spiegazione delle varie tipologie di anticicloni (non solo quindi a quello delle Azzorre) che possono trovarsi nel continente Europeo e che quindi possono influenzare il tempo su di noi. Altra doverosa premessa che devo fare è che le illustrazioni riportate potrebbero non essere di comprensione per coloro che non hanno dimestichezza o comunque non sanno leggere le carte del tempo.

Va detto che gli anticicloni, come del resto le depressioni, prendono nome dalla zona geografica che occupano con il loro centro d’azione principale, ovvero con il loro “cuore”. Nel caso degli anticicloni si tratta della zona
dove la pressione è più alta. Questa zona spesso nei bollettini meteorologici viene denominata anche “massimo”.

225_AzzorreL’anticiclone delle Azzorre presenta dunque il suo massimo normalmente in prossimità dell’arcipelago delle Azzorre, in Atlantico ad ovest dell’Africa Settentrionale. Nella normalità in estate esso si protende anche sulla Penisola Iberica per poi abbracciare  il bacino centrale del Mediterraneo e perciò anche la nostra Italia. Esso ci invia aria tutto sommato temperata con temperature abbastanza elevate ma non troppo rendendo gradevole la stagione. La tipica estate mediterranea infatti raggiunge la sua caratteristica classica proprio grazie a questo anticiclone.

In inverno invece è ben poco gradito dal pubblico freddofilo ed agli operatori turistici della montagna in quanto tiene lontane non solo le perturbazioni ma mette al riparo l’Italia dai venti freddi polari, causa diretta o indiretta delle nevicate in Emilia Romagna. Il tipico tempo nelle nostre zone dell’anticiclone delle Azzorre è  caratterizzato da nebbie estese e persistenti spesso per tutto il giorno nella media e nella bassa pianura.

Nella pianura pedemontana le nebbie si concentrano maggiormente dal tramonto fino alle prime ore del mattino lasciando al sole le ore centrali del giorno. In montagna invece prevale il sereno 24 ore su 24 con temperature particolarmente miti in quanto oltre all’irraggiamento solare,lo strato nebbioso presente in pianura riflette anche quei raggi erano che lì erano destinati.

226_AfricanoL’Anticiclone caldo per antonomasia invece è l’anticiclone Africano o sub tropicale, capace di generare temperature elevatissime in estate, anticamera poi di eventuali forti temporali in caso successivamente giungesse aria instabile più fresca che determina forti contrasti con l’aria pre-esistente. In inverno il tempo che genera è similare al suo collega delle Azzorre, con temperature ancora più miti ma con episodi nebbiosi un po’ meno diffusi.

Parliamo invece un paio di anticicloni di natura completamente diversa. Sulla penisola scandinava o a talvolta sul mar Baltico può trovare sede l’Anticiclone Scandinavo.

Esso in estate ci invia aria tutto sommato fresca, che determina temperature assolutamente accettabili di notte permettendoci di dormire senza fastidi e temperature diurne non dissimili da quelle generate del suo collega azzorriano, ma di effetto più gradevole dato il basso tasso di umidità dell’aria che ci invia in quanto percorre parecchi chilometri sull’Europa continentale.227_Scandinavo

In inverno è causa di temperature molto basse e una sua eventuale persistenza di qualche giorno può portare a gelate notturne anche importanti su tutte le zone di pianura. Questa persistenza può anche causare la formazione di uno strato di aria fredda verso le quote più basse che viene denominato “cuscino freddo”. Il successivo passaggio di una perturbazione, a contatto con questo strato di aria a basse temperature potrebbe essere la classica causa di fenomeni nevosi anche in pianura.

228_RussoEd infine diamo spazio al mitico anticiclone Russo Siberiano, figura sempre più rara nello scenario dell’Europa Centro Occidentale. In inverno ci invia il famoso Burian, vento che scorre nelle steppe Siberiane innevate capace di fare precipitare considerevolmente la colonnina di mercurio. In pieno inverno, con sole per tutto il giorno, le temperature fanno fatica a raggiungere o superano appena lo 0°C e di notte si raggiungono valori molto bassi attorno ai -10°C in pianura e ancora inferiori in montagna.

E’ superfluo aggiungere che il cuscino freddo che si crea è molto più tenace e l’eventualità che possa resistere molto più a lungo e generare perciò nevicate al primo passaggio perturbato è molto elevata. Come detto però, il cambiamento della circolazione atmosferica a cui abbiamo assistito negli ultimi anni ha portato alla quasi scomparsa sulle nostre zone di questa figura. Spesso viene scambiato con un suo simile di origine continentale europea, ma vi assicuriamo che la presenza dell’Anticiclone Russo Siberiano, quello vero, non si confonde perché gli effetti che porta sono davvero unici.

Per il momento mi fermo qua non senza dire che anche altri anticicloni spesso determinano il tempo sulle nostre zone come l’Anticiclone delle Isole Britanniche che spesso e volentieri si tratta che una estensione verso nord dell’alta pressione delle azzorre (tempo fresco, ma talvolta artefice del foehn alpino ) oppure dell’anticiclone dell’Europa Centrale che in pieno inverno spesso ne viene sottovalutata a priori la sua capacità di inviarci aria decisamente fredda.

Marco Luca Muratori