Nei primi 20 giorni di settembre 2015, già in due circostanze sono occorse giornate estremamente calde, con temperature massime che, essenzialmente sul comparto romagnolo, sono arrivate a superare i record appartenenti alle serie storiche di diverse località del territorio, con particolare riferimento all’area di bassa pianura e fascia costiera.

Una prima caldissima giornata è occorsa il giorno 1, con temperature massime fino a 36-37°C su comparto lughese e localmente forlivese, superiori ai record assoluti (per il mese di settembre), che resistevano, a seconda delle zone, dal settembre 1944 (giorno 2) o dal settembre 2008 (giorni 4-6-12).

L’evenienza si è ripetuta il giorno 17, ma con le aree più penalizzate corrispondenti in questo caso alle province di FC/RN (specie riminese). Infatti, ancora una volta, non sono mancate temperature massime comprese tra 36 e 37°C; inutile ribadire che sono stati letteralmente disintegrati i precedenti record di temperatura massima assoluta, risalenti in genere al 2008 o al 2009 (con l’eccezione di Cervia AM il cui record risaliva all’11 settembre 1970, data tristemente nota per il tornado di Venezia).

Per i particolari si rimanda ad un recente articolo del sempre puntuale e tempestivo A. Raggini.

In entrambe le circostanze gli elevatissimi valori di temperatura raggiunti sono il risultato di due fattori:

1) Un afflusso di aria molto calda nei bassi strati proveniente dal nord Africa (l’ennesimo di questo caldissimo 2015), con valori termici in bassa troposfera che sarebbero stati elevati anche in piena estate).

2) L’insorgenza di venti di caduta dall’Appennino (fohn appenninico che nel gergo dialettale viene chiamato garbino) provenienti da SW, e che soprattutto nella giornata del 17 si sono spinti fino alla costa riminese. Per il ben noto meccanismo della compressione adiabatica, ogni qualvolta una massa d’aria discende da una catena montuosa essa subisce un riscaldamento, la cui entità dipende dall’umidità relativa dell’aria giunta alla sommità del rilievo e dalla quantità di vapore acqueo perso lungo il versante sopravvento sottoforma di precipitazioni.

Uno schema semplificato del fenomeno del fohn è riportato di seguito.

 

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Schema semplificato del fenomeno del fohn. Fonte: “Il favonio” di G. Bertoni, www.meteovarese.net

Pertanto l’aria, già molto calda in origine, subisce un ulteriore incremento di temperatura dovuto proprio all’effetto fohn, e diviene quindi caldissima, prova ne sia che, sia durante giorno 1 che durante il giorno 17, sono state proprio le zone raggiunte dal fohn appenninico a registrare le temperature più elevate.

Tutto ciò non giustifica però le altissime temperature occorse in questo scorcio di settembre, ed una affermazione udita più volte in questi giorni è la seguente: “beh, le temperature sono schizzate su valori molto elevati a causa del fohn”.

Già, ma l’Appennino era nello stesso posto anche moltissimi decenni fa ed il fenomeno del fohn si verificava anche allora, tuttavia le folli temperature raggiunte non solo nel settembre 2015 ma anche nel corso dei mesi di settembre dell’ultimo decennio (almeno), tendono a diventare più frequenti, e non possono essere giustificate con il semplice meccanismo del vento di “garbino”, dal momento che non è affatto uno scenario inedito.

Peraltro, la stessa incidenza di ondate di calore molto intense ad inizio autunno è in sensibile aumento, dunque la responsabilità di tali eccessi termici va ricercata altrove.

Infatti il “serbatoio” di aria calda, che per la nostra penisola è rappresentato dall’Africa settentrionale, si è, nel corso degli ultimi 10-15 anni, ulteriormente riscaldato nella stagione autunnale (trimestre settembre-novembre); certamente non è il solo, ma in ogni caso durante la suddetta stagione è più probabile che da quelle zone affluisca aria già in origine più calda rispetto al passato, fattore che inevitabilmente si ripercuote su durata e soprattutto intensità delle onde di calore tardive sul nostro territorio.

 

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Anomalia di temperatura a 2 m in °C in Africa, periodo 2001-2013 minus 1979-2000. Fonte: ERA-interim su plot ClimateReanalizer.org

In pratica il vero motivo all’origine delle altissime temperature registrate già in due occasioni nel corrente mese di settembre, non risiede esattamente nelle dinamiche legate ad orografia e circolazione nei bassi strati sul nostro territorio, ma ha origini più lontane, ed è inevitabilmente collegato al cambiamento climatico in atto.

 

P. Randi