Quando i “giorni della Merla” erano davvero freddi e nevosi

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Come abbiamo già detto negli articoli precedenti quest’anno i famosi “giorni della merla” saranno contraddistinti da alta pressione ed assenza di freddo e neve.  Secondo la tradizione popolare gli ultimi tre giorni di gennaio coincidono con i tre giorni più freddi dell’inverno ma ciò in realtà non è vero perchè nella nostra regione il periodo più freddo è intorno al 10/15 Gennaio.

Questo periodo è chiamato così perchè la tradizione vuole che, visto il grande freddo, la Merla, che un tempo aveva il piumaggio bianco, per riscaldarsi andò a ripararsi in un camino. Il suo manto divenne grigio per la fuliggine e da allora rimase di tale colore.

Ma giorni della merla particolarmente freddi e nevosi ci furono. Molto freddi furono quelli del Gennaio 1954. A causa della rimonta su Europa occidentale e Scandivania di un vasto promontorio anticiclonico in quota, si ebbe, a partire dal 25 Gennaio, la retrogressione di un nucleo di aria molto fredda di origine artica continentale attraverso la penisola balcanica, associato ad un sensibile rinforzo dei venti da NE e ad un consistente calo termico, con valori diffusamente negativi. A partire dal giorno 27 un’onda depressionaria atlantica penetrò sul Mediterraneo occidentale attraverso la Francia sfruttando un temporeaneo cedimento del blocco di alta pressione, ed interagì col vortice artico ancora attivo su penisola balcanica. La depressione oceanica richiamò correnti sciroccali miti ed umide che andarono a scorrere su aria molto fredda affluita nei bassi strati, creando così condizioni ideali per nevicate diffuse sulla nostra regione. Dal giorno 29 lo schema circolatorio sul continente europeo si ripropose portando una nuova depressione atlantica ad interferire sul Mediterraneo occidentale con una ulteriore discesa di aria continentale artica diretta dalla Siberia all’Europa centrale. Il giorno 31 la depressione, assai profonda, si portò sulla nostra Penisola (regioni meridionali) mentre su nord Europa l’alta pressione rinforò ulteriormente; ne conseguirono forti e gelidi venti da NE con nevicate dapprima essenzialmente su rilievi, ma in seguito anche su pianure e lungo le coste, anche per il transito del vortice freddo alle quote superiori.

Il giorno 26 Gennaio si raggiunsero i -17°C a Campigna, il 29 Gennaio ben –13.4°C a Classe (RA) ed il giorno 28 a Cesenatico si registrarono ben -13.2°C. Tra Gennaio e Febbraio 1954 caddero fino a 180 cm a Campigna, 136 cm a Monzuno, 100 cm a Bagno di Romagna, 95 cm a Rocca San Casciano, oltre 85 cm a San Cassiano e Bologna.

Anche nel fine Gennaio del 1947 neve e gelo dominarono la scena: per esempio ad Alfonsine, Ravenna, caddero 30 cm di neve tra il 25 ed il 28 Gennaio con valori sotto lo zero.  Freddo anche il fine Gennaio del 1942 e anche del 2012 quando, proprio il giorno 31 iniziarono le prime nevicate del grande evento che tutti ricordano. Da menzionare anche il freddo e nevoso ’29 con giorni della merla decisamente freddi.

Racconti tratti dal libro di Roberto Ghiselli e Pierluigi Randi ” I grandi inverni dal 1880 in Romagna e province di Bologna e Ferrara“.