La primavera 2016, meteorologicamente conclusasi il 31 maggio, ha presentato caratteristiche termo pluviometriche per certi aspetti simili a quanto occorso lo scorso anno, con temperature assai elevate e con precipitazioni generalmente superiori alla norma climatologica di periodo 1971-2000, anche se lo scorso anno lo furono in misura assai più significativa.

La stagione primaverile 2016 ha pertanto annoverato, tra le sue caratteristiche, il verificarsi di piogge superiori alle medie di riferimento in marzo ed in maggio, e temperature medie costantemente superiori ai riferimenti climatologici, con l’eccezione del solo mese di maggio che ha mostrato anomalie positive tutto sommato trascurabili e che quindi può essere considerato un mese termicamente normale.

Tale aspetto può apparire a prima vista alquanto singolare o sorprendente, tuttavia i dati termici registrati in regione stanno ad indicare un maggio 2016 tutt’altro che “freddo”, a differenza di come sotto il profilo soggettivo è stata comunemente percepito questo mese.
Ma si tratta, appunto, di sensazioni errate che sono condizionate dal continuo riscaldamento climatico in atto, il quale ci ha fatto perdere l’esatta percezione o identità di stagione o mese “climatologicamente normali”. Insomma oggi un periodo termicamente normale ci sembra freddo, e questo è uno dei tanti “danni” creati dal riscaldamento occorso negli ultimi decenni.

Inoltre la percezione di stagione o mese particolarmente freddi può erroneamente essere determinata da un elevato numero di giornate piovose o con abbondante copertura nuvolosa, ma non sempre tempo instabile e basse temperature vanno a braccetto.

Ad un mese di marzo sostanzialmente più caldo rispetto alle medie di riferimento (anomalia di +1,1°C in base al trentennio 1971-2000) hanno fatto seguito un aprile con anomalie positive ancora maggiori (+2,1°C, vale a dire il sesto più caldo dal 1950) ed un maggio con valori termici medi quasi allineati alla norma di clima 1971-2000 (+0,3°C).
Ne consegue che l’intera stagione ha chiuso con anomalia termica positiva di +1.2°C, identica al valore osservato lo scorso anno ed al nono posto nella “hot parade” delle primavere più calde dal 1950.
Per quanto concerne il territorio romagnolo la primavera 2016 è risultata quindi assai calda, anche se il maggiore contributo al raggiungimento delle suddette anomalie è stato portato da aprile.

Non deve tuttavia stupire più di tanto l’ennesima stagione eccessivamente calda; del resto il trend climatico è inequivocabile e l’ultima primavera “fresca” è datata 2004, quindi ben 12 anni or sono anomalia di -0.6°C) come si può notare dal grafico sottostante, mentre quella più calda della serie storica si ebbe nel 2007 (anomalia di +2.0°C).

 

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Serie storica delle anomalie di temperatura media primaverile in Romagna dal 1950

La stagione 2016 è stata nel contempo anche relativamente piovosa, anche se lontana dalle piogge molto abbondanti dello scorso anno, con lievi anomalie pluviometriche positive su tutta la regione ad eccezione di limitati comparti del forlivese che risultano in leggera anomalia stagionale negativa. Le precipitazioni stagionali risultano superiori di circa l’11% rispetto alle medie di periodo 1971-2000 (dato medio regionale), ma con alcune aree del lughese laddove le anomalie pluviometriche risultano positive in ragione del 20-30%.
Più piovosi sono stati i mesi di marzo e maggio (rispettivamente +30% e +18% rispetto alla norma trentennale), mentre aprile è trascorso con precipitazioni scarse (-15% rispetto alla medesima norma).

In ogni caso la primavera 2016 non figura tra quelle particolarmente piovose in assoluto: infatti, a partire dal 1971, primavere effettivamente assai piovose furono quelle del 1984, 1980, 2010, 1991, 1972 e 1978, mentre quella più piovosa in assoluto risulta proprio quella dello scorso anno (80% in più di precipitazioni rispetto alla norma climatologica, vedi grafico seguente).

 

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Serie storica anomalia in % delle precipitazioni primaverili in Romagna dal 1971

 

Andando ancora più ritroso nel tempo vale la pena ricordare le “terribili” primavere del 1939 (eventi alluvionali in vaste zone della Romagna), del 1928 e del 1932, quando le precipitazioni furono ancora superiori ai massimi prima citati.

Il verificarsi di diverse stagioni mediamente calde e poco piovose nell’ultimo ventennio (salvo rare eccezioni) ha generato la convinzione, presso la gente comune, che la primavera debba essere tiepida, se non proprio calda, poco piovosa e ricca di belle giornate, magari già in spiaggia da aprile o maggio. Ma le caratteristiche climatologiche di questa stagione non vanno affatto in quella direzione, essendo la primavera la seconda stagione più piovosa dell’anno, pertanto che piova spesso in primavera dovrebbe essere la normalità, e non l’eccezione.

Da segnalare infine il numero insolitamente elevato di giorni con nebbia nel mese di aprile, quando nella prima decade, anche a causa di flussi miti ed umidi nei bassi strati, sono stati registrati dai 5 agli 8 giorni con massimi nelle zone di bassa pianura; valore peraltro più consono al mese di ottobre.