Previsioni per Parigi #cop21

Di Luca Lombroso

Family Photo of Leaders at COP21 7 UN photo/Rick Bajornas

Family Photo of Leaders at COP21 7 UN photo/Rick Bajornas

Dunque ci siamo, dopo aver seguito virtualmente, dai social network e in streaming, i primi giorni di lavori della COP 21 di Parigi, sto facendo le valigie per Parigi.

Nelle ultime conferenze, le varie “verso Parigi”, che come ho detto mi ricordava troppo le varie “verso Copenaghen” della COP 15 2009 che poi finì come sappiamo, molti mi hanno chiesto “ma cosa vai a fare a Parigi? Perché non farle via skype? Cosa prevedi?”. Domande legittime, che mi sono posto anche io. Andiamo dunque con ordine.

Prima di tutto, a Parigi porterò un fiore, un biglietto o qualcosa a ricordo delle vittime dei drammatici attentanti terroristici dello scorso 13 novembre.

Alla COP 21 poi  vado col ruolo di “observer” grazie all’ospitalità in delegazione della Fondazione Lombardia Ambiente in collaborazione con l’Osservatorio Geofisico del DIEF UNIMORE. Dunque partecipo anzitutto come “società civile” e più in particolare nel mondo degli enti scientifici e di ricerca.

LE COP, pur con molti limiti, sono un momento di “democrazia partecipata” quasi unico, dove i lavori politici e negoziali dei delegati avvengono sotto la vigilanza, appunto, della società civile, dalle organizzazioni ambientaliste a quelle, appunto, scientifiche. Negli “observer”  ci sono esponenti di molte categorie, popoli indigeni, organizzazioni sindacali e del lavoro, i giovani, e tante altre in quasi 1000 ONG. Già questo mi fa riflettere: l’obiettivo 2°C è comune, ma gli interessi sono così diversi che ci frammentiamo in ben 1000 organizzazioni!

Comunque sia, le COP sono un momento di arricchimento, confronto, scambio scientifico e culturale, discussione, ecc, unico, non realizzabile certo via skype. E nemmeno seguento da social network, perché se è vero che anche all’interno si apprendono molte notizie dai social, se non ci fosse chi ci va, non trovereste niente nei social, e i politici ce la farebbero ancor più sotto il naso!

Nemmeno regge l’argomentazione delle emissioni per muovere 40000 persone, che certo ci sono, ma quante partite di calcio, concerti, avvenimenti vari (si pensi al Giubileo) muovono ben più persone? Poi personalmente credo che fra il poco petrolio da usare in futuro una parte vada tenuta, appunto, per i viaggi (nei trasporti marittimi e aerei ci sono ampi margini di miglioramento dell’efficienza, ma non vedo al momento alternative ai derivati petroliferi).

Del resto incontrare e parlare con persone di tutto il mondo, di paesi che si e no si vedono sulla cartina geografica, capita ben difficilmente ed è un’esperienza unica! A proposito, alle COP servono scarpe molto, molto comode, perché si cammina tanto, attiverò runstastic! Ma chi ha camminato veramente moltissimo sono gli amici #peoplespilgrimage che incontrerò là, chi alla COP chi al padigione della società civile, climate generation.

E veniamo all’ultima cruciale domanda: cosa prevedo a Parigi?  Mai come in questo caso le previsioni sono difficili e incerte, soggette ancor più delle #meteobufale alla teoria del caos. L’obiettivo dichiarato dalla Francia è chiaro “Lo scopo della COP 21 è limitare il global warming entro i 2°C rispetto all’era pre industriale – la posta in gioco è alta: gestire la perturbazione climatica che minaccia la nostra società ed economia. La conferenza dovrebbe portare all’adozione di un accordo universale per la transizione verso una società low carbon e a un’economia resiliente ai cambiamenti climatici”.

I numeri degli “intenti di riduzione” già dicono che NON si raggiungerà questo obiettivo, ma resto dell’idea che il lavoro negoziale e decisioni politiche sono indispensabili, ma non alternative alle buone pratiche e azioni individuali e di comunità. Le prime impressioni sono di una conferenza molto interessante e incerta fino all’ultimo, ricca di side event, solo per questi val la pena di andare! Già il primo giorno ho in agenda un side even al mattino su “persone, diritti e giustizia climatica”   e nel pomeriggio “Driving climate action through the Compact of States and Regions and the Under2MoU”, dove si parlerà di un importante accordo volontario a cui hanno aderito oltre 40 enti subnazionali, fra cui le regioni Lombardia ed Emilia Romagna.

Sui negoziati, francamente mi perdo nelle discussioni sulle 250 opzioni del documento principale della COP, e poi esperienza mi insegna che spesso l’ultimo giorno, o addirittura a notte inoltrata, viene fatta carta straccia di quanto discusso ed esce un nuovo documento, talora diverso da quanto discusso. E prevedo avvenga anche stavolta! Altrettanto, prevedo che si faranno nuovamente le “ore piccole per il Pianeta Terra”, concludendo oltre il venerdì 11 da calendario.

Cosa ne uscirà, e cosa fare dopo, lo vedremo e ve lo racconterò nei prossimi giorni.

Potrete  seguire i miei aggiornamenti in vari social e blog:

In questo post nel blog personale troverete inoltre, ad aggiornamento continuo, la rassegna stampa complessiva dei miei post ed interventi

 

Luca Lombroso, www.lombroso.it

tecnico meteorologo dell’Osservatorio Geofisico del DIEF UNIMORE

Observer  COP 21 in delegazione Fondazione Lombardia per l’Ambiente