Senza conoscere le carte del tempo, osservando il cielo si può tentare di capire cosa sta succedendo: impariamo a capire il tempo dal tipo di nuvole.
Spesso ci è stato chiesto di insegnare la lettura delle carte del tempo. Lo stiamo poco alla volta facendo, ben sapendo che i concetti espressi non sono semplicissimi da digerire e la cosa richiede comunque tanto tempo. Oltretutto, assimilati i concetti e cioè capendo bene cosa ci dice quella determinata carta, occorre molta esperienza per analizzare l’impatto che potrà avere sul territorio. Allora abbiamo pensato ad una piccola scorciatoia, ricordando comunque che le lezioni sulle carte continueranno regolarmente. Osservando il cielo, senza avere letto alcuna carta si possono capire alcune cose: dalle nuvole.
Cominciamo dalle nuvole alte e sottili: quelle cirriformi in primis ma anche quelle alte e bianche più compatte al massimo un pochino grigette. Questo tipo di nubi, come già detto sono presenti a quote molto alte e se anche sono essenzialmente (nei cirri) composte da aghi di ghiaccio in realtà rappresentano uno scorrimento di aria più temperata al di sopra di uno strato di aria più fresca.
Che tipo di tempo possono portare queste nubi? Se provengono da ovest o soprattutto dai quadranti meridionali, annunciano l’arrivo di una perturbazione in quanto fanno parte del settore caldo del fronte perturbato che come abbiamo visto quando abbiamo analizzato la composizione di una perturbazione, l’arrivo di essa è sempre preceduto da correnti calde. Ma questo tipo di nubi può anche provenire da quadranti settentrionali. A questo punto non c’è nessuna perturbazione in arrivo, ma con ogni probabilità in Atlantico l’Anticiclone delle Azzorre ha preso il sopravvento rispetto ad una massa d’aria precedentemente presente più fredda e le sue correnti di ritorno comunque miti, annunciano con lo “sporcarsi” del cielo che è imminente un aumento delle temperature.
Un altro tipico caso prefrontale è rappresentato da nubi in veloce scorrimento da sud ovest verso nord est di tipo molto fratto, irregolare, a tratti cirriformi o stratiformi, alternate a squarci di sereno e ad altre nubi altrettanto irregolari magari anche grigie. Si sta verificando il foehn appenninico e cioè i venti che precedono una perturbazione incocciano contro la dorsale appenninica e quando ridiscendono, oltre a determinare un amento termico si manifestano in questo modo.
Quando il cielo si copre e comincia a piovere appare evidente che la perturbazione ci ha raggiunti e dunque le classiche nubi compatte e grigie sono il tipico stato in cui ci si trova in queste situazioni. Ma attenzione. La direzione di queste nubi è prevalentemente simile a quella che percorrono le loro colleghe durante il foehn appenninico, ma quando sotto la cappa compatta, cominciano ad apparire nubi di color più grigio, piuttosto frastagliate e che velocemente si rincorrono percorrendo la direzione opposta è il segno tangibile dell’inizio dell’ingresso dell’aria più fresca e dunque il fronte sta per terminare e perciò il miglioramento del tempo è in arrivo.
Altra manifestazione di bel tempo ma fresco è rappresentata da quelle nuvole tipo cavolfiore, di limitata estensione che si rincorrono provenendo da est o da nord est mantenendo comunque il cielo azzurro e terso. Si tratta di aria fredda in arrivo che non darà mai fenomeni di rilievo in pianura e al massimo potrebbe addensarsi sul crinale appenninico generando qualche debole piovasco o breve nevicata (dipende dalle temperature). Hanno una evoluzione prevalentemente diurna e dunque verso sera spariscono per poi eventualmente, se la situazione persiste, durante le ore più calde del giorno successivo.
Dalla visibilità si può anche capire il tipo di aria che ci interessa. Infatti in una splendida giornata di sole, quando la visibilità è ottima è sicuramente presente un afflusso di aria fredda. Può essere determinato dal termine di una perturbazione, ma potrebbe essere anche di origine anticiclonica. Il cielo particolarmente terso, ma con temperature insolitamente elevate ci dice invece che è in atto il foehn alpino. A differenza di quello appenninico si manifesta proprio con queste caratteristiche, ma ricordiamo che all’origine questo tipo di massa d’aria è comunque fredda ed è solo una questione orografica che determina un temporaneo stato di temperature alte, ma ben presto la temperatura sarà destinata a scendere.
Se invece, dopo alcuni giorni di cielo terso la visibilità non è più così nitida e soprattutto verso sera appare una densa foschia, si è di fronte al tipico caso il cui l’Anticiclone che ci sta interessando, non è più ai margini, bensì ha il suo “cuore” molto più vicino a noi e dunque il tasso di umidità giorno dopo giorno aumenta con il rischio sempre più concreto del formarsi di nebbie. Dapprima notturne e poi via via sempre più persistenti.
Quando esse si sollevano può avvenire che invece di dissolversi permangano ma a qualche centinaio di metri di altezza mantenendo il cielo ben chiuso e illudendo magari qualcuno che si possa trattare di nubi compatte. In questi casi occhio al barometro, in quanto se la pressione rimane bella alta e non c’è traccia di vento è la tipica manifestazione di nebbia alta che avevamo già spiegato nella lezione sul possibile comportamento della nebbia nella nostra zona.
Marco Muratori