Mai sottovalutare le previsioni!

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Yosemite National PArk, US, cartello di avvertenza di rischio fulmini in cima a un punto panoramico, foto (c) Luca Lombroso

 

Mai sottovalutare le previsioni, e soprattutto gli allerta meteo emessi dagli organi ufficiali (Protezione civile regionale e nazionali! Mai considerare “sbagliate” le previsioni se è previsto “domani pioggia/temporali/neve” o quel che è. Ricordatevi che la giornata è fatta di 24 ore, e che le previsioni, qualunque sia la fonte, si riferiscono a un territorio. E che le APP col tempo ora per ora località per località lasciano, letteralmente, il tempo che trovano.

In particolare, ad ogni situazione e perturbazione temporalesca il ritornello è il medesimo, chi dice “ma dove sono i temporali?” ha fatto si e no 4 gocce e tirato un po di vento e io sono stato a casa dal mare”. E viceversa chi scaglia le sue pietre contro le previsioni presunte sbagliate in malaugurato caso di eventi dannosi o peggio di vittime.

E’ bene ricordare che coi temporali estivi è così, in ogni situazione temporalesca possono esserci episodi di forte intensità, e zone all’asciutto. Sta all’utente valutare cosa fare o cosa non fare, decidere se uscire in mare, avventurarsi in quota, o anche solo andare in bicicletta in un percorso natura. Ci sono però delle situazioni diciamo così più temporalesche e a rischio di altre, e quando segnalate o previste, ripeto, mai sottovalutarle!

Trovarsi in spiaggia, impreparati, colti di sorpresa da un violento temporale in costume da bagno può essere più pericoloso che per un alpinista preparato e attrezzato trovarsi sotto il maltempo. Come si sa insomma, non esiste buono o cattivo tempo ma buono o cattivo equipaggiamento.

Ciò non toglie che andare a fare una via ferrata quando sono previsti (o già in corso!) forti temporali, uscire in mare con bora impetuosa o prevista imminente, accamparsi con la tenda nell’alveo di un torrente in secca in presenza di allerta nubifragi, allestire una fiera o sagra con tende e gazebo in presenza o previsione di vento forte e altri esempi che non sto a elencare, come capite, è andare a cercarsela e soprattutto mettere in pericolo non solo se stessi ma anche gli accompagnatori, i frequentatori e in caso di malaugurato incidente i soccorritori.

Certo, non per questo dobbiamo diventare troppo meteo dipendenti, sono il primo a dirlo, e dobbiamo ricordarci soprattutto che il rischio si riduce ma non si annulla. Non ha senso insomma parlare di “piano anti alluvioni” o anche di “messa in sicurezza del territorio”, ma più correttamente i rischi si riducono e si mitigano, ma non si azzerano.

Ricordiamoci comunque che con gli eventi estremi, resi più intensi e frequenti dai cambiamenti climatici in corso, non si scherza e che le previsioni sono riconosciute come strumento di adattamento ai cambiamenti climatici.

Le moderne previsioni hanno fatto passi da gigante rispetto al passato. Solo pochi anni fa era impensabile il dettaglio che abbiamo oggi nella previsioni. Volere però troppo dettaglio espone paradossalmente a maggior rischio.

Una regola per tutte, importante: ricordiamoci che soprattutto in montagna e nelle coste le perturbazioni possono ritardare o talora anticipare i propri effetti. In entrambi i casi ciò espone a rischi subdoli ma evitabili. Una perturbazione n ritardo può portare a pensare “previsioni sbagliate” e quindi affrontare attività sportive a rischio nella supposizione appunto che il meteorologo abbia sbagliato.

Una perturbazione in anticipo viceversa espone a un ovvio rischio improvviso.

Entrambe queste cose capitano sovente nell’Appennino, ma anche in mare.

Che fare? Come dicevo non spetta ai meteorologi, e men che meno a un sito amatoriale, dire “andate” o “state a casa”. Al più possono dare qualche consiglio, oggi quanto mai necessario perché forse troppo abituati a vivere in ambienti protetti e con clima artificiale, caldo d’inverno fresco d’estate.

Senz’altro però ci sono situazioni in cui dobbiamo essere pronti a cambiare, o meglio ancora rinunciare preventivamente, le nostre abitudini o quel che avremmo intenzione di fare. Vale per l’arrampicata sotto un temporale, ma anche per andare a far shopping quando nevica, o a cena a fianco del fiume/torrente in presenza di fiumi in piena. Questi sono solo due esempi, per spiegarlo meglio conviene ragionare come segue: “e’ proprio necessario fare la tal cosa/attività o andare nel tal luogo?” “val la pena corre il tal rischio? Per cosa? E con che gusto, con la pioggia/neve/nebbia, mi godo la tal cosa?“ “cosa posso fare in alternativa se è previsto maltempo o temporali?”, “che gusto c’è ad andare in alta montagna per trovarsi a camminare nella nebbia/pioggia/bufera?”.

Pensateci, e troverete voi stessi la risposta.