L’evento più bello, più terribile, più fotografato: il NEVONE del Febbraio 2012

neFoto ENRICO PARTISANI, Artistiinpiazza.com

Piu’ bello per chi ama la neve, per i bambini, per i “freddofili”. Più terribile per chi lavora lontano, per chi deve spostarsi ogni giorno in auto, per chi non ha una casa, per chi ha subito gravi danni. Più fotografato da tutti: chi non ha scattato una foto in quelle due settimane?

IL NEVONE DEL FEBBRAIO 2012 è nei ricordi di tutti perchè se lo possono ricordare dai più giovani ai più anziani e rimarrà nella nostra mente per sempre, anche grazie ai tantissimi scatti dell’evento.

Inverni cosiddetti “inarrivabili” come quelli del Gennaio 1985, Febbraio 1956 e 1929 furono minacciati dall’episodio del 2012 che, in alcune località, supero’ anche quelle incredibili annate.

Ma la maggiore particolarità di febbraio 2012 non risiede tanto nelle temperature raggiunte (benchè assai basse) non paragonabili a quelle degli eventi sopra citati, ma in primo luogo per l’abbondanza delle nevicate, che in alcuni comparti territoriali di riminese e cesenate-folrivese, hanno superato addirittura i già eccezionali accumuli del febbraio 1929.

L’episodio di febbraio 2012 ha visto il verificarsi di almeno 4 nevicate significative che hanno interessato la quasi totalità della regione ( giorni 31 gennaio/1 febbraio; 3-4 febbraio; 6-7 febbraio; 10-11 febbraio): a queste vanno aggiunti altri apporti concernenti essenzialmente le aree appenniniche e pedecollinari fortemente condizionati dall’orografia (stau appenninico per il persistere di flussi nordorientali in mediobassa troposfera talora assai contenuti).

PRIMA DI QUELL’EVENTO
L’inverno 2011-2012 fu contraddistinto, nella prima parte, da temperature sostanzialmente superiori alla norma e piovosità scarsa o molto scarsa per il prevalere di strutture anticicloniche di origine subtropicale a tutte le quote in grado di dirottare i sistemi perturbati atlantici a latitudini molto settentrionali in rapporto al periodo stagionale, ed associate a circolazione di aria alquanto mite e secca.
Solamente a metà gennaio arrivarono gelate con nebbie che per alcuni giorni portarono alcune giornate di ghiaccio. Le condizioni di sostanziale stabilità, associate a temperature miti, ad eccezione delle aree interessate dalle inversioni termiche, fu garantita dalla presenza di un vasto anticiclone con massimo sulla penisola iberica e ben proteso fino all’intero bacino centroccidentale del Mediterraneo.

La situazione cambiò radicalmente a fine mese quando su Atlantico orientale cominciò a svilupparsi un potente promontorio anticiclonico di matrice subtropicale con asse ad assetto meridiano diretto fino alle regioni polari/artiche. Una massa d’aria di tipo artico-continentale giagente tra la Siberia orientale ed addirittura la Mongolia venne quindi richiamata verso occidente. La situazione, sotto molti aspetti, è assai affine ad altre che caratterizzarono severe ondate di gelo sulla nostra penisola (1929-1956).

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IL RACCONTO GIORNO DOPO GIORNO

31 Gennaio
Nelle prime ore del 31 gennaio una prima debole fascia di precipitazione interessa, da ovest, le province di Piacenza e Parma. Dalle 9 la regione viene interessata da una precipitazione proveniente dall’Appennino orientale e, da ovest, da un sistema che, muovendosi verso est, si estende all’intero territorio regionale nelle ore successive. Nel corso del pomeriggio le precipitazioni si verificano sull’intera regione. Fasce di precipitazioni più intense si osservano dapprima nel Parmense e successivamente si estendono alle province di Reggio Emilia, Modena e Bologna. In serata le precipitazioni si intensificano su tutta la regione e si rinforzano ulteriormente sulla parte orientale della regione.

Qualche scatto dall’Appennino Ravennate

1° Febbraio
Nella notte un altro impulso investe da sud-ovest la Regione, proseguendo le precipitazioni su tutto il territorio. Di maggiore intensità si registrano quelle nella parte centro occidentale e in Romagna nelle zone collinari. Si osserva, inoltre, una fascia di precipitazione intensa che dal Bolognese si estende al Ravennate e parzialmente al Ferrarese. Il sistema, in movimento ciclonico, nel corso della notte va ad interessare tutta la costa. L’ingresso di aria calda sull’Adriatico determina una trasformazione in pioggia molto abbondante sulla fascia costiera tra Ravenna e il Riminese. Nella mattinata del l’1 febbraio le precipitazioni si intensificano soprattutto nella parte centro-orientale della Regione. Inizialmente le più abbondanti interessano il Forlivese ed il Riminese, poi nuovamente in rotazione ciclonica, si estendono al Ravennate, Bolognese e Ferrarese. Nel pomeriggio le precipitazioni insistono sul Bolognese e sul centro-sud della Romagna, mentre sul resto della regione si assiste ad una temporanea tregua, ad eccezione di una fascia di precipitazione che interessa la parte occidentale. Nel corso del pomeriggio l’evento ruota in senso ciclonico interessando anche il Ferrarese e la parte settentrionale della Provincia di Modena e, successivamente, Reggio Emilia.

2 Febbraio
Nella notte tra l’1 e il 2 febbraio, un sistema investe la regione da ovest e si estende dalle province occidentali a quelle centrali, mentre ad est le ultime precipitazioni si verificano sulla linea costiera per poi esaurirsi temporaneamente. Nella mattinata del 2 le precipitazioni ricoprono nuovamente l’intero territorio regionale. Nel corso del pomeriggio le nevicate si concentrano nel settore centro-orientale, dove persistono fino alle notte. Fasce di precipitazioni più intense si osservano sul confine fra la Provincia di Bologna e di Ravenna, sul Forlivese e sul Riminese. Dopo qualche ora di pausa nelle prime ore del giorno 3 febbraio, le precipitazioni riprendono in mattinata sul Ravennate e sul Forlivese, per poi estendersi alla provincia di Bologna in tarda mattinata e riposizionarsi in Romagna, dove stazionano fino alla sera.

Pianura ravennate

3-4 Febbraio
Un nuovo intenso impulso sopraggiunge nella notte fra il 3 e il 4 febbraio dall’Appennino centro-orientale per poi estendersi anche alle zone di pianura orientale, dove persiste per tutta la mattinata. Le nevicate, che non si erano mai interrotte sul settore meridionale della Romagna neanche nella giornata del 3, riprendono vigore il 4 quando, grazie alle temperature molto basse, si ha la caduta di neve molto leggera, a basso contenuto in acqua, che accumula diverse decine di cm sulla Romagna e 10-20 cm sul Bolognese e ferrarese. Debolmente il fenomeno raggiunge anche le province occidentali, eccetto Piacenza. La precipitazione più intensa si verifica nelle prime ore del 4 sulle province di Forlì-Cesena, Ravenna e Bologna. In mattinata si osservano due fasce di precipitazione con direttrice sud-ovest/nord-est che dal bolognese si estendono al ferrarese, mentre il Forlivese, il Ravennate e il Riminese, rimangono interessati dalle nevicate più intense. La situazione rimane sostanzialmente invariata fino alla sera del 4, con la sola intensificazione dei fenomeni sulla costa nord (da Ferrara a Ravenna). In serata le province interessate maggiormente dalle nevicate più intense sono quelle di Bologna e Ravenna, anche se comunque i fenomeni si presentano dal Parmense alla Romagna.

In particolare in queste due giornate si sono verificate anche, su tutta la linea costiera regionale, mareggiate che hanno prodotto soprattutto fenomeni di erosione di spiaggia con arretramento della linea di riva e in alcuni tratti con conseguente asportazione delle dune realizzate nel periodo invernale a difesa della infrastrutture.

Riccione

5 Febbraio
Nel corso della notte fra il 4 ed il 5 febbraio, due nuclei di precipitazione insistono soprattutto tra il Reggiano e il Parmense e sul Ravennate, mentre in mattinata le ultime precipitazioni si verificano nella zona di confine fra Forlivese e Ravennate, andandosi ad esaurire nel pomeriggio.

A questo punto sembrerebbe finita, invece una buona parte del “nevone” deve ancora cadere. Si tratta solo di una pausa di un paio di giorni, per la Romagna la tregua dura anche meno. Il periodo dal 7 al 12 febbraio 2012 è stato infatti caratterizzato da altri due eventi di precipitazione nevosa che hanno incrementato ulteriormente il manto nevoso depositatosi nei primi giorni di febbraio. Le nevicate hanno insistito particolarmente sull’Appennino Romagnolo dove i disagi già presenti si sono aggravati. Dai dati rilevati dalle stazioni, sommando le precipitazioni precedenti all’evento con quelle relative al periodo in esame, la neve caduta ha raggiunto valori eccezionali. Nella località di Novafeltria si sono superati i tre metri complessivi di neve nell’intero periodo.

Forlì e Faenza 3-4 Febbraio,
Foto Andrea Raggini

7 Febbraio
Il giorno 7, nelle prime ore del mattino, la precipitazione si distribuisce sulla fascia centro-orientale della Regione. Successivamente parte della precipitazione si sposta dalla pianura ferrarese e va ad interessare la pianura di Parma e Piacenza, mentre si intensifica in Romagna. In quest’area permane e si intensifica nella seconda parte della mattinata stazionando fino al pomeriggio, dove si esaurisce con le ultime precipitazioni nella parte centro-occidentale.

Forlì, 5 Febbraio
foto Andrea Raggini

9 Febbraio
Il giorno 9 in tarda serata, le nevicate riprendono nell’area centro-orientale della regione successivamente si intensificano interessando anche la parte centro-occidentale di pianura, mentre abbandonano l’area ferrarese, spinte da flussi provenienti da nord-est.

10 Febbraio
Nelle prime ore del 10, le precipitazioni permangono in una fascia estesa che va dall’Appennino Romagnolo alla pianura piacentina e poi , dalle 5 del mattino circa, si ritirano sui rilievi centro orientali e su parte della pianura romagnola, in particolare sulle Province di Forlì-Cesena e Rimini, e verso ovest anche se l’area più colpita rimane la parte centro-orientale della Regione, in particolare l’Appennino. In serata i fenomeni si ritirano nella parte orientale, in particolare nel Riminese e Ravennate e sotto la spinta dei flussi ciclonici si estendono progressivamente (prime ore del giorno 11) a nord intensificandosi nell’area ferrarese e in Romagna.

Associati alle precipitazioni nevose, si sono registrati, venti da N-NE con intensità medie orarie tra i 25 e i 50Km/h; tale fenomeno ha interessato tutto il settore centro-orientale della regione; le raffiche massime registrate in pianura oscillano tra i 40 Km/h di alcune località di pianura più interne (Bologna ha segnato 51 km/h, Martorano, Cesena, 55 km/h, Imola 50 km/h) fino ai 66 km/h di Ferrara, Rimini, Coriano. Le raffiche di vento si sono progressivamente attenuate nel corso del giorno 11 e dalla sera si è avuta una rotazione del vento che ha iniziato a provenire dai quadranti occidentali (O-NO).Sui rilievi le intensità sono risultate più forti e persistenti: presso il Lago Scaffaiolo al Corno alle Scale, nell’Appennino bolognese, la stazione ha misurato raffiche fino a 98 km/h e vento medio orario superiore ai 70km/h per quasi tutto il giorno 10.

Cesenate

11 Febbraio
Nelle prime ore del mattino del giorno 11 si ha un’ulteriore estensione a nord-ovest sul Parmense, mentre le precipitazioni iniziano a ritirarsi progressivamente dall’Appennino. Durante la giornata il sistema si indebolisce progressivamente, si ritira ulteriormente nell’area di pianura. Nel pomeriggio le precipitazioni sono per lo più deboli e sparse. In tarda serata le nevicate riprendono deboli sulla Romagna e sull’Appennino Bolognese.

Forlì 11 Febbraio
Foto Andrea Raggini

12 Febbraio
Nelle prime ore del giorno, ruotando nuovamente in senso ciclonico, le nevicate si dispongono su Ferrarese e Bolognese e parte settentrionale della Romagna. In mattinata ruotano ulteriormente e si estendono anche a Ovest interessando così buona parte della Regione, in particolare l’area di pianura dove permangono fino circa alle 11. La parte orientale della Regione risulta sempre interessata dai fenomeni più intensi. In seguito, le precipitazioni si ritirano progressivamente da nord-est e si esauriscono a ridosso dell’Appennino Centro-Orientale nel primo pomeriggio.

Forlimpopoli 11 Febbraio
Foto Andrea Raggini

LA NEVE CADUTA

Vediamo ora, in conclusione, quanta neve è caduta complessivamente in tutto il periodo sulla nostra regione. Per ogni località in cui era presente un osservatore (evidenziati in giallo gli osservatori volontari e in azzurro quelli idrografici), è riportato il totale di neve caduta nei periodi delle singole nevicate e il totale complessivo. Dati ARPA

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A Modena il febbraio 2012 ha registrato un apporto di 71 cm di neve fresca, che lo pongono in terza posizione tra i mesi di febbraio più ricchi di neve dall’inizio delle misure nel 1830. La media degli apporti nevosi in febbraio, nell’intero periodo storico dal 1830, ammonta a 10 cm. Si ricorda tuttavia che il mese più nevoso in assoluto fu il dicembre 1844 con ben 209 cm di neve fresca totale. Sulla pianura romagnola le nevicate sono state ancora più importanti e di carattere eccezionale. La stazione di Cesena Nord  ha registrato, dal 31 gennaio 2011 al 12 febbraio 2012, 11 giorni di nevicata per un totale di 190 cm di neve fresca.
L’altezza massima stimata al suolo ha oscillato tra 100 e 120 cm. Sulle colline romagnole si sono inoltre rilevate quantità totali di neve fresca di circa 290 cm in località come Bertinoro, Polenta e Novafeltria, a quote di 300-350 m.

Riminese

2012 vs 1929: CHI VINCE?
I valori cumulati di neve al suolo, relativi all’intero periodo considerato vedono i massimi su forlivese, cesenate e riminese (ad eccezione della costa). Si riportano alcuni dati (fonte: Arpa-SIMC) paragonati a valori cumulati relativi all’inverno 1929, quando probabilmente furono stabiliti molti record di nevosità, sebbene distribuiti nei nesi di gennaio e febbraio e non solo in febbraio come occorso nel
2012:

Imola (BO) 100 cm (155)
Lugo (RA) 90 cm (119)
Alfonsine (RA) 80 cm (112)
Faenza (RA) 93 cm (156)
Ravenna (RA) 101 cm (106)
Forlì (FC) 160 cm (106)
Cesena (FC) 195 cm (125)
S. Sofia (FC) 253 cm (225)
Cesenatico (FC) 60 cm (110)
M.te Colombo (RN) 146 cm (111)
S. Arcangelo (RN) 116 cm (152)

Tra parentesi gli accumuli relativi al 1929.
In estrema sintesi si può affernare che su forlivese-cesenate ed entroterra riminese, i valori appartenenti al 1929 sono stati superati, mentre su ravennate, lughese, faentino, imolese e fascia costiera ciò non è avvenuto, sottolineando comunque che si tratta di accumuli ugualmente assai significativi.

Quanto occorso su comparto forlivese-cesenate e colline riminesi, diviene ancor più eclatante se si considera che nel 1929 gli accumuli finali furono il risultato di un numero maggiore di giorni nevosi (oscillanti tra 14 e 22 con valori massimi su rilievi cesenati), mentre nel 2012 il numero di giorni nevosi (per giorno nevoso si intende quello durante il quale cade almeno 1 cm di neve) non supera i 10 gg.

In base a ciò si può affermare come l’intensità media delle nevicate 2012 sia stata davvero ragguardevole.

Nel complesso possiamo classificare la fase di febbraio 2012 come di primissimo livello (considerando l’intera Romagna), ed addirittura record per le aree del forlivese-cesenate ed entroterra riminese

Colline forlivesi

CONFRONTO TERMICO
Così come per le precipitazioni nevose, anche sotto il profilo termico è necessario fare alcune distinzioni:

I valori minimi assoluti, nel febbraio 2012, non hanno raggiunto i picchi estremamente bassi che si ebbero in altre occasioni, come ad esempio: febbraio 1929; febbraio 1940; febbraio 1956; febbraio 1963; gennaio 1966; gennaio 1979; gennaio 1985; febbraio 1991, con particolare riferimento al 1929, 1956 e 1985 quando su alcune aree del lughese e faentino si superarono i -20°C.

Il valore più basso occorso nella pianura romagnola nel periodo 1-15 febbraio, appartiene alla località di Granarolo Faentino con -17.9°C (stazione ARPA-SIMC) il giorno 15, cui seguono i -16.8°C registrati sul comprensorio imolese (Sasso Morelli, stazione ARPA-SIMC) il giorno 14 febbraio.

Si tratta dei valori minimi assoluti più bassi dal febbraio 1991, sebbene entrambe le località di cui sopra non fossero, a quei tempi, ancora monitorate. Ma è presumibile che allora si siano verificati valori di 1/2°C inferiori rispetto a quelli occorsi nel 2012, anche valutando l’andamento termico di stazioni relativamente vicine di cui sono disponibili i dati di entrambi gli eventi.

Per il mese di febbraio le temperature minime assolute più basse appartengono al febbraio 1956, quando si ebbero:
-23.5°C ad Alfonsine (RA)
-21.2°C a Branzolino (FC)
-17.0°C a Classe (RA)
-12.6°C a Cesena (FC)

Per la località di Imola il record per il mese corrente è quello registrato il 15 febbraio 1940 con -13.8°C, mentre per Rimini Lido il picco minimo assoluto appartiene al 16 febbraio 1929 con -10.0°C.

Nel complesso, in febbraio 2012, sono stati rilevate temperature minine assolute comprese tra -15 e -16°C su lughese; tra -11 e -17°C su imolese; tra -10 e -18°C su faentino; tra -9 e -12°C sul restante territorio ravennate; tra -10 e -14°C su forlivese; tra -9 e -11°C su cesenate; tra -8 e -10°C lungo la costa.

Ovviamente i valori più bassi si riferiscono alle aree extraurbane, ed in ogni caso, pur non trattandosi di record, sono sempre dati di assoluto rilievo ed i più significativi dal febbraio 1991.

Considerando invece le temperature medie decadiche, febbraio 2012 rappresenta uno dei periodi più freddi in assoluto su buona parte della regione. Infatti, considerando valori di località che siano caratterizzate da serie storiche sufficientemente lunghe, emerge quanto segue:

Prendendo in esame i dati storici di 5 località della Romagna (Alfonsine, Faenza, Forlì, Cesena, includendo anche Imola) il dato di temperatura media giornaliera della prima decade di febbraio 2012 è di ben -2.5°C (media dei valori delle 5 località); il quale è dietro alla seconda decade di febbraio 1929 (-5.9°C); seconda decade di febbraio 1956 (-5.7°C); prima decade febbraio 1929 (-4.4°C) ed alla prima decade di febbraio 1956 (-3.3°C), superando però la prima decade di febbraio 1991 (-2.2°C); la prima decade di febbraio 1963 (-2.1°C) e la seconda decade di febbraio 1940 (-1.9°C).

Pertanto, nonostante nel 1991 si siano toccati picchi minimi inferiori, a livello di temperatura media giornaliera la prima decade di febbraio 2012 risulta più fredda, ed il valore mediato di -2.5°C è di notevole rilievo a sottolineare un periodo estremamente freddo.

Il febbraio 2012 supera il febbraio 1991 anche come numero di giornate di ghiaccio (ovvero con temperature negative nell’intero arco delle 24 ore). Infatti nel 2012 sul territorio regionale tale valore oscilla tra 5 e 7 giorni (con massimi su lughese, imolese e faentino), mentre nel 1991 si ebbero tra 1 e 3 giorni di ghiaccio ovunque con minimi lungo la fascia costiera.

Riassumendo, valori minimi assoluti e medie delle temperature minine risultano inferiori nella prima decade del febbraio 1991, ma nel complesso l’ondata di freddo della prima decade di febbraio 2012 è da considerarsi più intensa, sia come temperature medie giornaliere sia in riferimento alle giornate di ghiaccio registrate.

Concludendo, la fase di gelo e neve di febbraio 2012 ha stabilito nuovi record in regione per quanto concerne le precipitazione nevose complessive occorse su vaste aree delle province FC/RN, ed è risultato, ancora limitatamente alla prima decade, il più freddo dopo il 1956, lasciando al 1991 valori più significativi solo per le temperature minime assolute e per le temperature minime medie.

Sul resto del territorio nevicate indubbiamente di assoluto rilievo ma ancora alquanto lontane dagli accumuli storici di annate come il 1929.

P. Randi
MeteoCenter
MeteoRomagna

Riviera romagnola

BOLOGNA HA BATTUTO IL SUO RECORD
Nel capoluogo della regione sono caduti in 24 ore, l’1 febbraio 2012, 45 centimetri di neve. Si tratta di un valore record, che ha superato il record che si era registrato il 29 febbraio 2004, nel corso di un’altra nevicata eccezionale, che durò però solo una giornata. Ma quello che colpisce è la quantità di neve caduta in più giorni consecutivi. Sotto le due torri il febbraio 2012 sarà ricordato come il periodo più nevoso. I 96 centimetri caduti tra l’1 e il 12 febbraio, nel corso di 4 distinte nevicate,  surclassano i 75 centimetri del gennaio 1985 e i 63 del febbraio 1956.

Neve caduta in 24 ore

giorno                               accumulo al suolo (cm)

1 febbraio 2012                               45

29 febbraio 2004                             42

26 novembre 1977                           39

2 marzo 1986                                  31

10 marzo 2010                                28

11 dicembre 1967                            28

19 dicembre 2009                            26

Neve caduta per più giorni consecutivi

giorni                               accumuli al suolo (cm)

14-17 gennaio 1985                         75

11-15 gennaio 1987                         69

10-14 febbraio 1956                         63

14-17 dicembre 1963                        50

Forlì

Faenza

NEVE POCO RESISTENTE
Dopo l’ultima significativa nevicata del 12 febbraio, il manto nevoso sulle zone di pianura e sulle prime colline della regione è praticamente scomparso in circa 10 giorni. La quantità di neve caduta è paragonabile o superiore a quella di precedenti eventi storici, ma la persistenza del manto nevoso al suolo è risultata nettamente inferiore.Se confrontiamo per esempio con l’evento del 1956, in cui caddero a Bologna nello stesso periodo di febbraio circa 63 cm, vediamo che allora la neve rimase presente al suolo in città fino al 4 marzo, ovvero una persistenza quasi doppia rispetto a quanto non sia accaduto questo anno nel quale sono caduti complessivamente ben 96 cm! Dai dati disponibili del 1929 si deduce una situazione analoga a quella del 1956, tanto che le temperature massime giornaliere non superarono il valore di 10 °C fino al 9 marzo. La veloce fusione osservata nel 2012 è quindi da imputarsi esclusivamente alle alte temperature registrate negli ultimi nove giorni del mese di febbraio, con valori massimi superiori anche ai 20 °C (valori maggiori di 10 °C rispetto alla media climatologica). Questo repentino passaggio da una situazione di rigido inverno a una “calda e precoce” primavera è un ulteriore testimonianza dell’aumentata variabilità atmosferica sul nostro territorio all’interno di un quadro di progressivo incremento delle temperature.

Ferrarese

Bolognese

Sogliano al Rubicone
Foto Protezione Civile

Appennino riminese
Foto Protezione Civile

Romagna, Valmarecchia, Val Savio
Foto protezione Civile

Roncofreddo
Foto Protezione Civile

L’eccezionale Nevicata a San Marino
Foto Davide Crocenzi

Altre foto di San Marino

Appennino emiliano

 

Proponiamo sotto dei meravigliosi scatti di Enrico Partisani da Pennabilli, che trovate nel sito Artistiinpiazza.com

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20120217153054-a6ab4962Foto ENRICO PARTISANI, Artistiinpiazza.com

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enrico partisni

Informazioni, articoli ed immagini prese anche da:

Luca Lombroso, Pierluigi Randi, http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/ , Meteocenter , MeteoRomagna , Arpa, http://www.geloneve.it/

Ringrazio TUTTI per le fantastiche foto!
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e avete altre foto dell’Evento inviatele a emiliaromagnameteo@gmail.com oppure Whatsapp al 344 1315264