
La lunga permanenza di una configurazione depressionaria in quota sull’Europa Centrale, mentre l’anticiclone atlantico si protendeva molto verso nord; permise,per molti giorni, la discesa di aria di recente origine artica fino a latitudini insolitamente meridionali.
Nei giorni successivi, col ritorno del tempo anticiclonico, le temperature precipitarono ovunque su livelli estremamente bassi.
occidentale attraverso la Francia, si attiva un richiamo caldo in quota lungo l’Adriatico. Nell’immagine a destra
la situazione del 9 Gennaio: il fronte ruota, facendo perno sull’Italia centrale.
In Romagna le nevicate si protrassero fino alla notte tra il 9 e il 10, accumulando altri 20-40 cm con forte bora
che, a Marina di Ravenna, toccò i 120 Km/h.

fenomeni nevosi in atto.
Inghilterra e dall’Atlantico settentrionale s i spinse fino alle
nostre regioni; il tempo migliorò, ma l’ aria artica portò le
temperature a livelli da primato, complice l’albedo prodotta
dalla copertura nevosa, soprattutto nelle aree soggette a
si formò una profonda depressione centrata da prima sul Golfo Ligure, che poi si spostò, intensificandosi,
verso la Libia, coinvolgendo tutto il bacino centrale del Mediterraneo con intense correnti meridionali.
Nell’immagine sopra a sinistra la situazione del 14 gennaio: terza irruzione, l’aria artica si riversa sul
Mediterraneo più a Ovest, verso la Penisola Iberica…. ed a destra quella del 15 Gennaio.
anticiclone ostacolò per molte ore il movimento verso est del sistema depressionario, aria calda e umida affluì
massicciamente sull’Italia fino al giorno 17, determinando tempo fortemente perturbato, per quattro giorni, su
tutte le regioni.

fenomeno interessò particolarmente la Lombardia e il
Piemonte che finoa quel momento erano state risparmiate.
A Milano nevicò intensamente fino al 16 coprendo la città
con circa 70 cm di neve.
l’anticiclone russo si rafforza verso Sud, bloccando la
marcia della depressione, si intensifica lo scirocco. Nella
immagine a destra la situazione al 17 gennaio: la perturbazione si attenua al Nord e si rinvigorisce al Sud,
ma comincia a muoversi verso levante.
Le perduranti correnti sciroccali portarono ad un rapido rialzo termico e all’assottigliamento del cuscino d’aria
fredda, con graduale trasformazione delle precipitazioni nevose in pioggia sulla Valpadana centro orientale,
ore,il rialzo termico coincise anzi con una intensificazione dei fenomeni nevosi; si accumulò così, anche nelle
zone di pianura, già abbondantemente innevate, un inusuale quantitativo di neve fresca.
Secondo i dati disponibili, l’altezza massima del manto nevoso in pianura superò, i 100 cm a Nord di Milano, i
70 cm nell’area pedemontana emiliana e romagnola, i 60 cm sulla bassa pianura emiliana e la Lombardia
orientale, i 50 cm nel Polesine e zone pedemontane venete; valori decisamente inferiori sul litorale veneto e
tra Verona e il Lago di