145104363-3f2cc6b3-9779-4534-af1d-053495c21691Abbandoniamo per un attimo la meteorologia ma rimaniamo comunque nella nostra regione. Incredibile e davvero sensazionale quelle che afferma una studiosa italiana. La nostra regione potrebbe essere rappresentata nel quadro più famoso del mondo, quello della Gioconda! Bufala o realtà? Vediamo il perchè di queste affermazioni

La storica dell’arte Carla Glori ha studiato a fondo il quadro del genio toscano. Il paesaggio alle spalle della Gioconda si trasforma, secondo lei, in una cartina geografica che permette di arrivare fino all’identità della misteriosa donna ritratta. Ed il paesaggio altro non sarebbe che la valle di Bobbio, e il ponte il cosiddetto Ponte del Diavolo o Ponte Gobbo sul Trebbia.

Dunque quella che Ernest Hemingway definì la “valle più bella del mondo” avrebbe avuto l’onore di apparire sul quadro più noto e famoso di Leonardo. Il mistero del resto è per così dire nel Dna del ponte. Leggenda vuole che esso sia stato costruito dal demonio (da qui il nome): satana lo realizzò in una sola notte, dopo aver stipulato un patto con San Colombano, che gli promise in cambio l’anima del primo viaggiatore che lo avrebbe percorso. Ma il santo si beffò del diavolo, facendo passare sopra un cagnolino.

La studiosa è convinta. Il ponte del quadro è quello sul Trebbia e il paesaggio quello della campagna intorno a Bobbio. Un’identificazione, anche se si resta in un “gioco” d’ipotesi, che porterebbe a dare un nome (uni dei tanti) anche alla donna ritratta da Leonardo: Bianca Giovanna Sforza, figlia di Ludovico il Moro, signore di Bobbio. Coincidenza? Leonardo avrebbe davvero disseminato d’indizi segreti il suo quadro per permetterne l’identificazione? Secondo la studiosa sarebbe così. Lo storico dell’arte Silvano Vincenti, presidente del Comitato nazionale per la valorizzazione dei beni storici e ambientali, avrebbe individuato negli occhi della Gioconda due lettere – una G e una S, ma la questione è dibattuta – che per nell’ipotesi di Glori altro non sono che le iniziali di Giovanna Sforza. Ancora Vincenti, questa volta sotto una delle arcate del ponte ha trovato i numeri 7 e 2, che la studiosa ricollega all’anno 1472, quando il ponte fu distrutto dalla piena del Trebbia. Vincenti per altro ha avvalorato queste considerazioni.

La studiosa ritiene che la struttura arcuata del ponte nel dipinto corrisponda in tutto per tutto al Ponte del Diavolo. Nel quadro ci sarebbe anche una strada serpentina tuttora visibile a Bobbio. Ma il grande Leonardo passò mai per queste contrade? Glori pensa di sì. La città era un importante centro culturale, famosa per la sua biblioteca, un’attrazione che avrebbe spinto Leonardo a visitare i luoghi, che poi, qualche anno dopo, magari in Francia, avrebbe messo su tela, rievocando ricordi e particolari dalla sua memoria.

Ma questa teoria è stata anche criticata da molti per i diversi aspetti incongruenti e senza reali corrispondenze. Quindi il mistero rimane..