Odiata dagli Agricoltori, temuta da molti, la Grandine è comunque un fenomeno atmosferico di vero impatto e molto seguito nella meteorologia. Come si forma?

162_Grandine1La grandine rappresenta uno dei fenomeni atmosferici più imprevedibili, infatti se è vero che si possono individuare a priori potenziali condizioni che la possono generare, in realtà non si può prevedere con una certa attendibilità ne il suo reale verificarsi ne, in caso di effettiva grandinata, la zone precise dove si potrà abbattere. Questo argomento ci è stato richiesto da una assidua lettrice di Emilia Meteo, Paola di Modena, che salutiamo.

Cercheremo di essere il più semplici possibile e alcuni passaggi verranno estremamente semplificati per rendere più comprensibile la cosa. Innanzitutto cominciamo col dire che l’aria a diverse temperature non pesa allo stesso modo: l’aria più fredda è più pesante di quella calda. Un altro concetto base da sapere è che l’aria tende a saturarsi e quindi a condensare in vapore e perciò in nuvole più facilmente se la sua temperatura è più bassa. Una piccola riprova di questa seconda affermazione la possiamo avere in inverno quando “si vede il fiato” che emettiamo: altro non è che una condensazione in vapore dell’aria che emettiamo. Dentro di noi è calda e non condensa, ma appena entra in contatto con l’esterno, molto più freddo, ecco che si forma la nuvoletta di vapore.

Quando si genera un temporale da contrasto tra masse d’aria diverse è sempre dovuto all’arrivo di aria fredda che vuole prendere il posto di quella più calda esistente. Questa aria fredda, più pesante tende ad insinuarsi a bassa quota, scalzando così verso l’alto l’aria calda che c’era prima. Queste masse d’aria, salendo di quota, ad un certo punto, trovando temperature più basse, condensano in vapore, cioè in nubi. Tanto più elevato sarà il contrasto, tanto più imponenti saranno le nubi generate dal questo fenomeno.

163_Grandine2Poi cosa succede? Le goccioline d’acqua che si creano vengono sospinte ulteriormente verso l’alto da questi forti moti ascensionali e arrivano prima o poi in una zona sottozero ghiacciando. Questi microchicchi di ghiaccio tendono ovviamente a ridiscendere e, una volta iniziata la discesa, devono fare i conti di nuovo con queste forti spinte dal basso verso l’alto e dunque vengono rispediti all’insù e in questa nuova ascensione catturano altre goccioline di pioggia in sospensione ingrossandosi. Aumentati di dimensione, tornano poi a scendere.

Questo processo prosegue svariate volte fino a quando il chicco di grandine, notevolmente ingrossato diventa talmente pesante che i moti ascensionali non riescono più a rispedirlo il alto e perciò precipita definitivamente al suolo determinando la grandine. Cosa determina la grandine più o meno grossa? Il contrasto delle masse d’aria. Tanto maggiore sarà il contrasto, maggiore saranno le spinte verticali della masse d’aria che a loro volta avranno forza maggiore per sospingere verso l’alto e quindi ingrossare ulteriormente, chicchi già molto grossi.

Spero di essere stato più chiaro possibile, comunque qui ci sono un paio di illustrazioni che dovrebbero aiutare meglio alla comprensione del concetto. In caso di ulteriori dubbi non c’è problema: la casella di posta elettronica è sempre a disposizione per tutti.

Marco Luca Muratori