Questa rassegna dei microclimi provinciali vuole essere una descrizione minuziosa dell’enorme varietà di situazioni meteorologiche che possono incontrarsi nella nostra regione.

Foto Andrea Raggini

Foto Andrea Raggini

Come tutte le Province romagnole anche quella di Ravenna si estende territorialmente dalla costa all’Appennino e gioco forza per questo motivo vi sono differenze tra i vari settori della provincia. Possiamo distinguere tre zone principali: 1) la fascia costiera e la pianura occupante l’immediato entroterra, 2) una fascia pianeggiante che da questa si porta fino all’Appennino, 3) il settore Appenninico vero e proprio.

Partendo col clima estivo possiamo cominciare dal settore “centrale” che lo possiamo identificare dalla pedemontana fino alla pianura confinante con l’entroterra costiero. Qui il clima non si differenzia di molto da tutte le altre province con temperature alte e spesso con tassi di umidità sufficientemente elevati per potere determinare giornate calde e afose. I temporali più pericolosi sono quelli provenienti da NE e quindi dal ferrarese vero è che le località dove maggiormente vengono a verificarsi sono quelle della bassissima pianura quali Lavezzola, Conselice e Alfonsine . Da segnalare Faenza per la sua vicinanza con l’Appennino spesso e volentieri in caso di vento da Sud Ovest riesce a raggiungere le temperature più elevate.

La zona costiera e l’immediato entroterra invece beneficiano dell’influenza del mare e dunque le temperature risultano essere meno elevate e proprio sul mare si gode il clima più gradevole grazie al noto fenomeno delle brezze. In Appennino ci sono ovviamente temperature più sopportabili, che diminuiscono sempre più con l’aumentare dell’altitudine ma come rovescio della megaglia i fenomeni termoconvettivi orografici ivi presenti determinano frequenti formazioni di nubi cumuliformi che possono dare luogo a rovesci pomeridiani talvolta a sfondo temporalesco.

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Foto Andrea Raggini

In inverno possiamo dire che la zona costiera risente dell’azione mitigatrice del mare e le temperature risultano essere più elevate rispetto gli altri settori della provincia. La provincia di Ravenna è molto sensibile ai venti provenienti da nord est, e molto spesso il loro arrivo, alzando i gradienti, provocano pioggia nelle zone pianeggianti e neve soltanto dal medio Appennino. In casi in cui il vento non risulti essere troppo forte, la città di Faenza talvolta riesce a schivarsi l’aumento di gradiente causa la sua posizione riparata e dunque può capitare che mentre a Lugo piova con +3°C a Faenza la temperatura riesca a rimanere ancorata in valori compresi tra 0° e +1°C con elevata possibilità di vedere cadere i fatidici fiocchi bianchi.

Comunque appare evidente che tutta la zona quando vede nevicare in pianura capita le più delle volte con i venti da Ovest o Nord Ovest proprio per il motivo descritto in precedenza. Nella provincia di Ravenna ormai le nevicate da cuscinetto risultano essere merce talmente rara da ricordare soprattutto in questi ultimi anni. Ovviamente gli accumuli maggiori di neve sono in Appennino ed è altrettanto chiaro che più si sale più sono importanti. Questo settore di Appennino è molto sensibile ai venti da Sud Ovest e in pianura si scatena quasi sempre sotto forma di Foehn. Per contro queste montagne sono interessate e molto dal fenomeno dello stau con precipitazioni più importanti rispetto alle province più occidentali.

fabio casadei

Foto Fabio Casadei

Parlando di eventi nebbiosi possiamo sottolineare che le località che ne sono maggiormente interessate sono quelle della bassa pianura e quindi parliamo nuovamente di Alfonsine, Lavezzola e Conselice e comunque tutta quella che è la parte confinante con la provincia di Ferrara.

E infine una curiosità che riguarda le città di Faenza e Lugo. La posizione geografica di Faenza, a ridosso dell’Appennino permette un maggior coinvolgimento da stau, eppure per anni Lugo, immersa come siamo nel cuore della pianura, ha registrato quantitativi di pioggia maggiori: un fenomeno questo che anche gli studiosi e appassionati di clima locali non hanno ancora saputo spiegarsi.

Marco  Muratori su informazioni di David Minguzzi