Questa rassegna dei microclimi provinciali vuole essere una descrizione minuziosa dell’enorme varietà di situazioni meteorologiche che possono incontrarsi nella nostra regione.
Come altre province emiliane, quella di Modena occupa un territorio prevalentemente esteso in senso meridiano. Larga poche decine di chilometri da Est a Ovest, si estende per oltre 100 km da Nord a Sud partendo dalla bassa Pianura Padana e salendo gradatamente per una fascia di pianura fino a raggiungere dapprima le colline poi addentrandosi profondamente nell’Appennino vantando tra l’altro la cima più alta dell’intero Appennino Settentrionale con il Monte Cimone e i suoi 2165 metri sul livello del mare.
Viene da se che climatologicamente parlando, vi sono diversi settori da prendere in considerazione. Tenendo presente quanto descritto nell’articolo generalista sul clima emiliano, entriamo nel dettaglio partendo da nord. Dalla fascia bassa della pianura fino ad una linea immaginaria delimitata tra il limite dei Comuni di Campogalliano, Soliera, Bomporto e Ravarino Il clima si presenta con caratteristiche continentali tipiche della Pianura Padana Centro Orientale.
Le estati sono particolarmente calde con temperature massime spesso e volentieri vicine o superiori a 30°C, con tasso di umidità dell’aria abbastanza elevato e dunque con un indice di disagio a tratti anche relativamente elevato. La piovosità si assesta tra i 50 e 65 millimetri mensili e si manifesta sotto forma di improvvisi temporali a tratti anche forti e in parte grandinigeni soprattutto in caso di arrivo di aria più fresca che entra in contatto con masse d’aria esistenti calde e umide.
In inverno il clima umido porta alla formazione più frequente del resto della provincia di estesi banchi di nebbia, particolarmente persistenti durante i periodi anticiclonici, che a fatica riescono a diradarsi durante le ore centrali del giorno lasciando spesso e volentieri il cielo comunque grigio. In caso di anticicloni freddi con temperature sotto lo zero sono possibili eventi di galaverna anche abbastanza interessanti. In questa zona le precipitazioni a carattere nevoso, pur comparendo mediamente in tutti gli inverni, sono comunque meno abbondanti in quanto necessitano di cause un pochino più decise affinché possano verificarsi e soprattutto vengono penalizzate allorquando si realizza l’effetto rotore appenninico apportatore di neve nell’alta pianura ma non in questa zona.
Vi è una strettissima fascia di pianura immediatamente a sud dei comuni appena citati che riguarda anche il Capoluogo di Provincia e termina nei pressi dei Comuni pedemontani di Formigine, Spilamberto e San Cesario. Questa zona è un mix tra la bassa pianura appena descritta e l’alta pianura che tra poco andremo ad analizzare. Per quanto riguarda il clima estivo, poco se non addirittura nulla di diverso, mentre in inverno c’è da mettere in evidenza l’Isola di Calore rappresentata dalla città di Modena con minime talvolta di 2 ma anche 3 o 4 gradi superiori a quelle delle campagne distanti appena qualche chilometro.
In questo settore di pianura le nebbie sono già meno frequenti della bassa pianura, per contro la neve mostra accumuli un pochino superiori in quanto in caso di effetto rotore la coltre bianca riesce a giungere in questa zona. E particolare descrivere come, quando si verifica questo fenomeno in meno di un chilometro si passi da precipitazione nevosa vento debole da ovest, magari con accumuli nelle campagne a vento forte da nord est e pioggia battente. Le zone a sud di Soliera, Bastiglia e Nonantola spesso vivono questo scenario.
Procedendo verso sud si arriva all’alta pianura modenese posta ai piedi delle colline. Anche questa zona in estate si diversifica poco da quelle incontrate in precedenza mentre in inverno ci sono alcune cose da segnalare.
Innanzitutto la nebbia è molto meno frequente, la linea rappresentata da Magreta, Casinalbo, Montale, Spilamberto risulta talvolta il confine tra due mondi: uno nebbioso e un altro con visibilità tutto sommato buona. Le temperature minime, in caso di cielo sereno, risultano lievemente più alte rispetto la bassa pianura, ma in compenso la nevosità in questa zona è superiore, vuoi per il solito effetto rotore e vuoi anche per effetto stau, quando esso si manifesta.
Incontriamo poi la fascia collinare che si estende fin verso i 400 / 500 metri di quota (il paese di S.Dalmazio nelle vicinanze della Nuova Estense spesso vive il confine tra due realtà diverse). In estate appena un po’ meno caldo lo è, soprattutto durante le ore notturne dove possono manifestarsi condizioni più sopportabili, vuoi per la temperatura e vuoi per il tasso di umidità relativamente più basso. In inverno in caso di anticicloni la nebbia giunge raramente e solo nei casi in cui si solleva dalla pianura creando il famoso fenomeno della nebbia alta, con cielo grigio in pianura e appunto nebbia in questa fascia. Nevosità superiore a quella dell’alta pianura ma non troppo. Diciamo che capita abbastanza frequentemente che il numero di episodi nevosi non sia poi così tanto superiore della confinante pianura ma è soltanto negli accumuli che si manifesta la maggiore differenza.
La media alta collina e la bassa montagna si elevano oltre i 500 metri per giungere fin verso i 1000 / 1200 metri. In estate le temperature possono essere ben più sopportabili causa una temperatura meno elevata ed un ancor minore tasso di umidità. Per contro aumentano gli episodi piovosi in quanto frequenti sono gli episodi termoconvettivi che generano rovesci o temporali. A supporto del discorso della maggiore sopportabilità del clima in estate, capita di osservare migrazioni serali di chi ha la possibilità di dormire in montagna con code verso di essa e altrettante code al mattino per tornare nelle località lavorative in pianura. In inverno sono buoni gli accumuli nevosi, talvolta possono anche raggiungere i 50 / 70 centimetri in un solo episodio ed alcune nevicate, ovviamente non così importanti possono verificarsi anche tranquillamente per tutto il mese di Aprile.
L’alta montagna, che interessa le quote superiori fino a tutto il crinale appenninico non rappresenta altro che l’esaltazione del clima della bassa montagna. Estate assolutamente sopportabile a tratti anche fresca ed inverni freddi con parecchi episodi nevosi. Il Monte Cimone e in genere l’Alto crinale rimangono coperti dal manto bianco consecutivamente almeno 6 mesi all’anno. L’unica vera insidia al freddo invernale avviene con i miti venti occidentali e soprattutto sud occidentali che causano il fenomeno del foehn appenninico capace talvolta di sciogliere anche parecchie decine di centimetri di neve in una giornata!
Marco Muratori