Questa rassegna dei microclimi provinciali vuole essere una descrizione minuziosa dell’enorme varietà di situazioni meteorologiche che possono incontrarsi nella nostra regione.

adriano degan bolognaLa Provincia di Bologna territorialmente è la più vasta tra tutte, ma anche da un punto di vista climatologico è forse la più varia in quanto, posta più ad est sull’asse della via Emilia tra quelle Emiliane rappresenta un mix e un punto di incontro tra i climi di entrambe le zone con la sua parte centro occidentale sicuramente dalle tipiche caratteristiche emiliane e la sua fetta più ad est, ormai nettamente influenzata dalla vicina romagna.

Territorialmente è distribuita in modo abbastanza similare a quelle di Modena e Reggio che abbiamo già esaminato, con la sua parte più settentrionale pianeggiante. Proseguendo idealmente verso sud, troviamo la pianura fino all’asse della via Emilia, dopodiché iniziano le colline, dapprima molto dolci poi via via sempre più alte per giungere nella fascia appenninica vera e propria a determinare il confine nello spartiacque con la Toscana.

Partendo dall’estate, dobbiamo dire che non ci sono sostanziali differenze con quanto succede nel reggiano e nel modenese e dunque risultano nelle zone di pianura essere abbastanza calde, ma è il tasso di umidità relativa elevato che rende le giornate di giugno, luglio e agosto non facilissime da sopportare per la combinazione tra temperature e UR. I temporali, talvolta anche di notevole intensità e talvolta localmente grandinigeni, rappresentano le uniche interruzioni a questo tipo di tempo.

Nella fascia appenninica il sollievo per il fresco aumenta con l’aumentare dell’altitudine, ma vero è che più ci si addentra in montagna, maggiormente aumentano le possibilità di annuvolamenti termoconvettivi ad evoluzione diurna, i quali se in diversi casi non rappresentano altro che una coreografia nel cielo adatta per dipinti paesaggistici, in tanti altri casi quando sono più estesi, possono portare ad improvvisi acquazzoni o anche a manifestazioni temporalesche. Il tutto ovviamente nelle ore pomeridiane, mentre in serata il cielo tende nuovamente a rasserenarsi.

Analizzando il discorso invernale, possiamo trovare invece molte microzone che rendono davvero variegato il clima di questa provincia. La parte pianeggiante, è ovviamente la più temperata e umida. Risente anch’ essa come nelle altre province, del cambio di clima avutosi in questi ultimi anni con una certa diminuzione delle giornate di nebbia. Regge ancora abbastanza bene questa caratteristica nell’ideale asse verso nord di S.Agata – Bentivoglio – Budrio – Medicina.

4210268891_89c25e32c2La parte più orientale è abbastanza similare alla vicina Romagna e il classico cuscino di aria fredda resiste meno frequentemente della parte più occidentale. In effetti essendo più vicina al mare, in caso di perturbazioni atlantiche il vento da est di richiamo, spesso e volentieri riesce a raggiungere queste zone e dunque alzando i gradienti anche la temperatura ne risente aumentando, rendendo vana la presenza di un eventuale strato di aria fredda pre esistente e dunque nessuna possibilità che la precipitazione possa presentarsi sottoforma di neve.

Proprio in base a questo discorso ecco la ragione di come ad esempio, Angola Emilia(che detiene il record delle temperature più basse in assoluto dell’intera provincia settore pianura) e Cavazzona, poste all’estremo ovest dell’asse della Via Emilia rappresentino le località di pianura più nevose dell’intera provincia, unite ovviamente a quelle della pedemontana immediatamente a sud di esse, come Bazzano, Crespellano e Casalecchio di Reno. Ovviamente non si va dicendo che nelle zone di cui abbiamo parlato precedentemente non possa nevicare, ma sicuramente il fenomeno è di gran lunga meno frequente rispetto all’ovest della provincia.

In compenso, l’arrivo di aria fredda da nord est, riesce invece ad essere incisiva maggiormente nelle zone dove vi è penalizzazione dalla circolazione atlantica. Il fenomeno dello stau, con relative nevicate in zone pianeggianti è decisamente più diffuso. Si fa sentire maggiormente nell’Imolese e ovviamente nelle zone pedemontane come Borgo Tossignano. Gradatamente procedendo verso ovest l’influenza si fa via via meno intensa anche se giunge agevolmente fino alla città e spesso anche fino al confine con il modenese, invece solo lambito e in modo locale nonchè sporadico, da questo fenomeno.

La città di Bologna essendo di gran lunga la più vasta dell’intera regione, vanta anche il non invidiabile primato di maggiore Isola di Calore. Sono state riscontrate in pieno inverno in notti serene, soprattutto in prima e media serata, differenze anche di 4 – 5 gradi rispetto le zone di pianura circostanti e non distanti più di 8 – 10 chilometri. Un fenomeno questo diffuso anche in tutti gli altri maggiori capoluoghi di provincia, ma non nella stessa misura appena descritta.

Per quanto riguarda infine il settore appenninico rimandiamo a quanto detto già per il Modenese ed il Reggiano. Le differenze rispetto alle due province menzionate si concretizzano in questo modo: in caso di influenza atlantica, la quota neve si mostra leggermente più alta o spesso proprio nell’estremo est, anche abbastanza più alta. In caso di stau (e dunque di impulsi freddi nord orientali) non vi è differenza sostanziale di quota neve, ma di precipitazioni. Infatti, essendo più intenso il fenomeno, appare evidente anche la maggiore consistenza degli annuvolamenti e dunque delle precipitazioni, presenti anche in modo abbondante, allorquando nel modenese si manifestano in modo più sporadico e addirittura nel reggiano non giungono neppure.

Marco Muratori su informazioni di: Massimo Parmeggiani, Andrea Grepioni.