I dati riepilogativi dell’annata 2014  non lasciano adito ad alcun dubbio e sono inconfutabili: il 2014 è stato l’anno più caldo dal 1900 con una anomalia di temperatura media annua che surclassa letteralmente le annate che prima detenevano questo sgradevole primato.

il_2014_anno_pi_caldo_dal_1891_pi_0_63_gradi_su_media_xx_secolo-0-0-429191Infatti il 2014 chiude con una anomalia termica (temperatura media annua) positiva di ben 1,8°C rispetto al valore climatologico di periodo 1971-2000 (dato medio regionale).
Una anomalia simile indica uno scarto di circa tre volte la deviazione standard calcolata sul medesimo trentennio; in poche parole è stata superata del triplo quella che sarebbe la normale oscillazione intorno al valore medio.

Basti pensare che il precedente anno solare che deteneva il record di più caldo su una serie storica che parte dal 1900, risulta il 1994, ma con una anomalia di temperatura media di solo (si fa per dire) 1,0°C.
Insomma il 2014 è stato quasi doppiamente caldo rispetto all’anno che prima figurava come il più anomalo di una serie storica secolare; un dato enormemente significativo sotto il profilo climatico.

Tutto ciò nonostante una estate 2014 non rovente come quasi tutte quelle che hanno caratterizzato il nuovo millennio, ma occorre precisare che l’ultima estate non è stata affatto fresca così come potrebbe esserlo stata a livello di percezione soggettiva, ma semplicemente allineata alla norma climatologica.

Alla determinazione di una annata così calda si è giunti attraverso l’inverno più mite dal 1900 (segnatamente nei mesi di gennaio e febbraio 2014); la seconda primavera più calda sempre dal 1900 (dopo quella del 2007), e l’autunno più caldo dal 1900 in coabitazione con quello del 1987.

In pratica tre stagioni su quattro sono risultate o le più calde in assoluto o nella peggiore delle ipotesi al secondo posto in una serie storica secolare di dati.
Del resto bastano pochi rilievi statistico-storici in base ai dati archiviati dal 1950 per comprendere anche intuitivamente quanto sia stato anormalmente caldo il 2014 appena archiviato:

3 mesi al primo posto come più caldi (gennaio, febbraio, novembre).
2 mesi al secondo posto come più caldi (aprile, ottobre).
Un mese al terzo posto come più caldo (dicembre).

Solo i mesi di luglio, agosto e settembre sono risultati lievemente più freddi rispetto alla media climatologica, ma in questo caso le deboli anomalie termiche negative non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle positive osservate negli altri mesi.

Sotto il profilo delle precipitazioni l’anno 2014 è risultato alquanto piovoso, ma con sostanziali diversificazioni in base alle varie aree territoriali, ad esempio il lughese, sebbene abbia visto accumuli pluviometrici annui superiori alle medie di riferimento, non contempla un valore complessivo particolarmente elevato, o comunque nelle prime posizioni nella classifica delle annate più piovose, mentre soprattutto su cesenate e riminese l’anno appena concluso risulta effettivamente assai piovoso, sebbene non figuri ai primissimi posti dal 1950.

Sul comparto lughese si sono registrati accumuli annuali di pioggia oscillanti tra 750 ed 850 mm, con una anomalia positiva in percentuale di circa il 18-20%, aspetto che non colloca il 2014 come tra le annate più piovose in senso assoluto, preceduto, in tempi recenti, dal 2013, 2010, 2005 e 2002, le quali mostrarono una piovosità assai più elevata.
Sui comparti cesenati e riminesi, ma anche in alcune aree del faentino, si sono invece sfiorati, in pianura e lungo la costa, i 1000 mm annui, valore certamente di notevole rilievo.

É altresì risultato elevato il numero di giorni piovosi (precipitazione maggiore o uguale ad 1 mm nelle 24 ore) con un dato annuale sovente superiore a 100 giornate contro un dato climatologico (trentennio 1971-2000) oscillante tra 70 ed 80.

La stagione più piovosa del 2014 è risultata quella estiva con un surplus pluviometrico del 30-40% circa, ma certamente non al livello di altre estati notevolmente piovose come quelle del 2002, 1999 e del 1995, cui seguono la primavera con un surplus del 15% e l’inverno con un surplus del 12%.
Solo l’autunno ha mostrato piovosità inferiore alle medie di riferimento con un deficit del 20% circa, in particolare condizionato da un mese di ottobre con scarse precipitazioni.

Un 2014 quindi caldissimo ma anche piuttosto piovoso, sebbene con accumuli territorialmente assai diversificati a causa della natura in prevalenza convettiva (temporali) delle precipitazioni.

Il 2014 primeggia anche a livello globale come l’anno più caldo dal 1880 (fonte: NOAA-NCDC), con anomalie positive di temperatura media particolarmente vistose proprio sul continente europeo.
L’anomalia termica media globale è risultata di +0.69°C, superando il dato degli anni 2010 e 2005 che prima detenevano il primato di annate più calde con anomalia di temperatura media annua di +0.65°C.

Interessante inoltre notare come nella “top ten” di annate più calde dal 1880 (sempre a livello globale), ben 9 appartengano al nuovo millennio, con l’unico “intruso”, che è il 1998, che si piazza al quarto posto, ed in ogni caso tutte le prime 10 posizioni appartengono ad annate successive al 1995; un dato su cui riflettere.

Articolo di Pierluigi Randi
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