imageIn questi giorni dilaga in vari siti, quotidiani, forum e nei social network l’immagine che vedete. Un messaggio forte e allarmistico, per non dire catastrofistico. Ma come stanno veramente le cose?

Cominciamo dai fatti. Esiste un ampio consenso che il pianeta si sta scaldando e che la causa è principalmente nelle attività umane. Fra gli scienziati “addetti ai lavori”,  il consenso è di ben il 97% dei climatologi. Fra le conseguenze dell’innalzamento delle temperature, vi è anche l’innalzamento del livello medio del mare ma, si badi bene, per il momento la causa principale dell’innalzamento non è la fusione dei ghiacci (che pure ovviamente influisce) ma l’espansione dell’acqua per il semplice fatto che è più calda. E nella parte di innalzamento dovuta alla fusione dei ghiacci, questa è dovuta alla fusione dei ghiacciai e delle calotte glaciali come quella della Groenlandia, e non alla pur vistosa fusione dei ghiacci marini artici. Il motivo è semplice, il ghiaccio marino è come un cubetto di ghiaccio già nel bicchiere. Fondendo, non fa innalzare l’acqua nel bicchiere. Le cose poi sono rese più complicate dal variare (spesso diminuire) dell’apporto dei fiumi e dall’evaporazione dell’acqua, nonché da opere umane, si pensi al Canale di Suez che fra le altre cose rischia di portare ulteriori specie invasive, incluse meduse, nel Mediterraneo.

 

aumento del livello medio del mare passato, presente e futuro secondo gli scenari di emissione (fonte IPCC AR 5)

aumento del livello medio del mare passato, presente e futuro secondo gli scenari di emissione (fonte IPCC AR 5)

 

E veniamo al Mar Mediterraneo, di cui in ultima analisi fa parte anche il Mar Adriatico. Se, globalmente, i mari nell’ultimo secolo si sono innalzati di circa 3 mm/anno mediamente, per svariate ragioni il Mediterraneo ha subito un innalzamento minore, anche di 1 solo mm/anno e in alcune zone, come nel Mar Ionio e anche, in parte secondo alcuni studi, nel Mar Adriatico, addirittura una lievissima diminuzione, anche se l’opposto fenomeno della subsidenza e l’aumento delle mareggiate causano i danni che sono sotto gli occhi di tutti per l’erosione delle spiagge della nostra riviera

 

Non illudiamoci però, perché in futuro l’ulteriore aumento di temperatura, con conseguenze fusione di ghiacciai e calotte glaciali, porterà ad un inesorabile innalzamento dei mari. E’ dato sostanzialmente per scontato che l’aumento minimo sarà di almeno 30 cm entro il 2100, ma questa è l’ipotesi più ottimistica e a condizione che si adottino drastiche riduzioni di emissioni di gas serra per contenere entro i 2°C il global warming; già con questo scenario, la’umento potrebbe però arrivare fino a 61 cm. in caso di scenario di emissioni “BAU  – Business as usual” invece dovremo convivere (o soccombere, per le coste) con un aumento di almeno 52 cm, ma col rischio non escluso che arrivi addirittura a un metro. Il che avverrà sempre con differenze fra le varie zone del pianeta anche notevoli, come si vede dalle mappe per un approfondimento, vedasi questo post di Climalteranti.

Dunque il dubbio non è se aumenta il livello medio del mare, ma di quanto. E sebbene la mappa che vedete sia per nostra fortuna irrealistica, e lo dichiara lo stesso autore, Martini Vacic, un disegnatore di mappe Slovacco “L’ho realizzata esclusivamente per sensibilizzare l’opinione pubblica sugli effetti del riscaldamento globale”. Del resto, coi cambiamenti climatici le sorprese (sotto forma dei subdoli “feedback”) sono sempre dietro l’angolo. Il collasso della Groenlandia, che causerebbe un innalzamento repentino di 6-7 metri, non è negli attuali scenari (almeno per questo secolo) e men che meno lo è quello dell’intero Antartide, che allora si porterebbe il mare ad alzarsi di 70 m. 

L’allarme dunque non va sottovalutato. Non avremo, come diceva tempo fa una pubblicità provocatoria, il mare sulle villette sui colli riminesi, ma i problemi per la costa sono già, e saranno ancor di più, seri. Non illudiamoci che bastino i rifacimenti dopo le mareggiate e i sabbiodotti. occorrono scelte molto più forti, coraggiose, e soprattutto lungimiranti, inclusa in qualche caso la delocalizzazione di esercizi commerciali e insediamenti troppo vicini al mare. Qui a sotto per esempio vedete una simulazione interattiva non così utopistica, di un aumento del livello del mare di un metro. Può apparire pessimistico, ma questo scenario lo rischiamo veramente: il mare arriverebbe a Ferrara, e sommergerebbe Ravenna, tutta la costa e il Delta del Po!


Non a caso, Cervia, Cesenatico, Rimini  e Riccione hanno i centri storici, peraltro molto belli e ricchi di elementi storici, decentrati rispetto alla spiaggia. Chissà perché, forse che  in passato erano più saggi di noi “moderni” che pensiamo con la tecnologia di risolvere tutto?