Seconda parte della rassegna sulle tipologie di nubi.

5952444956_7b1c822e5fNella prima parte si era detto che i cirrocumuli possono dare luogo al famoso “cielo a pecorelle” ma con essi anche un altro tipo di nubi può generare il medesimo fenomeno. Ci riferiamo agli ALTOCUMULI, che sono costituiti prevalentemente da goccioline d’acqua e solo in parte da cristalli di ghiaccio. Come i loro simili, non danno luogo a precipitazioni.

Cambiamo totalmente tipo di nuvola. Parliamo dei CUMULI. Essi, assolutamente inconfondibili si distinguono per la loro classica forma torreggiante, spesso può ricordare il cavolfiore. La formazione di questo tipo di nube è termoconvettiva, ovvero determinata dal riscaldamento del sole. Il sole riscaldando il suolo determina un aumento delle temperature dell’aria prossima ad esso, la quale, più leggera, ovviamente tende a salire di quota.

SANYO DIGITAL CAMERAQueste masse d’aria nella loro ascesa trovano temperature più basse e tendono a condensare in questo tipo di nubi che, tramontato il sole, non trovando più “carburante” tendono dunque a dissolversi. Quando i moti verticali sono particolarmente imponenti, queste nubi riescono a salire anche di parecchi chilometri, talvolta 10 o 12, organizzandosi in strutture particolarmente grosse. Nascono così le nubi temporalesche, i famosi CUMUOLONEMBI che osservate a distanza sono bianche e torreggianti in alto a forma di immenso “batuffolo” e alla base sono grigie, talvolta anche particolarmente scure. In questi casi la manifestazione temporalesca potrebbe assumere anche carattere di forte intensità.

Nubi decisamente bassi sono invece gli STRATOCUMULI spesso e volentieri composti da una sommità biancastra unita a una base grigiastra. Possono dare luogo a pioviggini o debolissime nevicate (dipende ovviamente dalla temperatura). In inverno sono soventemente presenti durante le fasi anticicloniche e spesso e volentieri vengono chiamati col pseudonimo di “nebbia alta”.

640px-Nimbostratus_virga_grey_with_hillsLa rassegna termina con le nubi classiche di tempo grigio e uniforme, quello più “autunnale”. Stiamo parlando degli STRATI, che sono quelle più basse di tutte che tendono quasi ad arrivare alla quota del suolo, talvolta accompagnate da locali pioviggini e dei NEMBOSTRATI, le nubi del cattivo tempo per eccellenza, quelle per intenderci grigie compatte che portano piogge estese, continue e persistenti oppure le nevicate qualora le precipitazioni avvengono con condizioni termiche ad esse favorevoli.

Marco Luca Muratori