Si tratta questa di una tendenza che ha cominciato a manifestarsi negli ultimi decenni. Come mai?
La manifestazione meteorologica più caratteristica della stagione estiva è senz’altro il temporale: esso può essere più o meno intenso, in alcuni malaugurati casi può anche apportare grandine ma resta il fatto che in estate quando si vedono nuvoloni neri all’orizzonte si pensa immediatamente al temporale.
Rilevazioni storiche ci dicono che in passato la maggiore quantità di fulmini si abbatteva in campagna, o comunque su aree aperte, da alcuni anni a questa parte, o per dire meglio negli ultimi decenni questa tendenza è andatata sovvertendosi: come mai?
Sono essenzialmente due i motivi che hanno portato a questa variazione ed entrambi non sono due motivi “positivi” in quanto sono legati all’attiviità umana. Innanzitutto dobbiamo sapere che i temporali tendono a manifestarsi con maggiore intensità laddove i sollevamenti verticali di masse d’aria risultano essere più imponenti e o ciò ovviamente avviene laddove vi sono condizioni di caldo maggiore.
Le città rappresentano le ormai famosissime “isole di calore”, punti cioè dove la temperatura raggiunge valori più elevati rispetto alle zone circostanti a causa dell’intensa urbanizzazione (cemento e catrame) e causa maggiore presenza di fonti di calore quali motori di autoveicoli, ciminiere industriali, condizionatori a pompa di calore ecc. ecc.
Anche il secondo motivo è strettamente correlato a quanto espresso sopra. Infatti le particelle di inquinanti emesse dai mezzi di trasporto, scarichi industriali ed altre fonti ad essi assimilabili rappresentano un maggiore punto di “aggregazione” del vapore acqueo e dunque le nubi vengono in qualche modo favorite nel loro insorgere quando avvengono i sollevamenti verticali delle masse d’aria
E’ inutile dire che l’intervento dell’uomo ha dunque modificato e continua a modificare il clima. Certo: a questo punto potrebbero incatenarsi anche discorsi relativi all’evidente riscaldamento globale in atto con la solita contrapposizione tra “serristi” e “non serristi”, ma non è in questa occasione che vogliamo affrontare questo tema, certo è che la modificazione del comportamento dei fulmini è un aspetto ci pare ben poco opinabile in materia di intervento umano sulla modificazione climatica.
Marco Luca Muratori