CO2TigelleIl clima è un sistema non lineare complesso. Certo, molte cose sono note, ma grazie alla ricerca emergono nuovi elementi che potrebbero mettere in discussione i pilastri dei cosiddetti serristi e dare nuovo materiale agli ormai ammutoliti dai fatti scettici e negazionisti del global warming antropico.

Già alcuni anni fa era emersa l’ipotesi che a determinare gli attuali cambiamenti climatici non fosse l’uso dei combustibili fossili, ma il boom di uso delle pecore e il fatto che vengono tosate meno che in passato. Se non ci credete, guardate cosa scriveva il prestigioso blog scientifico realclimate.

Ora però emerge un’ipotesi ancora più controversa, che non mancherà di fare discutere e scatenare polemiche. I picchi attuali di concentrazione di CO2 al Monte Cimone non sarebbero dovuti al rilascio dei gas serra, ma all’uso e abuso di crescentine, grigliate e anche piadine alle pendici della montagna principale del nostro Appennino.

Proprio mentre i dati del servizio Meteo Aeronautica Militare indicano nuovi record, a 406 ppm, da un articolo pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Science of fat food da un gruppo di ricercatori del Dipartimento di Scienze delle abbuffate dell’Università delle leccornie, emerge che il rilascio dei gas di cottura delle crescentine riesce molto più facilmente di quel che si credeva a oltrepassare il PBL, grazie ai potenti moti convettivi innescati dalle moderne piastre di cottura elettriche. Questo avviene anche, sia pure con modalità diverse, per le piadine romagnole. L’articolo comunque non prende ovviamente in considerazione le sole crescentine, ma altri prodotti a forma simile, le piadine romagnole appunto ma anche le tortillas messicane, le crepe (sembra che quelle alla nutella abbiano un notevole impatto ambientale e climatico), e naturalmente i pancake. Fra i ricercatori del team in questione, da citare John Panzone, di origine italiana come dice il nome, uno dei pochi esperti del settore grazie al suo PhD in cui ha testato le sue ipotesi dai banchetti di tortilla e tacos in Messico fino alle trattorie e osterie dell’Appennino.

Per le piadine però c’è anche un altro meccanismo, più subdolo, che modifica il bilancio radiativo. I tipici chioschi a strisce colorate infatti influenzano l’albedo della costa romagnola come e più della cementificazione e urbanizzazione, a causa del marcato contrasto colorimetrico. Incerto invece il contributo della pizza che, dice l’articolo, grazie al  potere assorbente del pomodoro vede ridurre il suo apporto di emissioni nocive. Da dire infine che l’articolo non ha preso in considerazione l’impatto dei borleghi, argomento che sarà da approfondire in futuro in relazione ai finanziamenti che, siamo sicuri, questa ricerca riceverà per la novità che ha scoperto.

A questo punto, dunque a chi credere? quali scenari per il futuro dei cambiamenti climatici? certo, non è facile rinunciare ai combustibili fossili, ma grazie alle rinnovabili si può sicuramente fare la transizione all’economia low carbon. molto più difficile, riteniamo, sarà convincere i modenesi a rinunciare alle tirelle (mi perdoni @trentinese) o i romagnoli alle pagine.

Per ulteriori approfondimenti vedi Science of fat food

 

Immagine di sfondo del grafico da questo sito dove trovate anche una ricetta delle crescentine modenesi