Sono già disponibili on line, grazie al Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare, i dati del mese di marzo 2016 delle concentrazioni di biossido di carbonio del mese di marzo rilevati sulla vetta del Monte Cimone. La concentrazione del principale gas serra su cui agisce l’uomo (qui un approfondimento,sempre dal servizio meteo AM) nel mese di marzo ha toccato nuovamente un record sia in assoluto, ben 408.41 ppm, sia come rateo di aumento, +5.26 ppm rispetto a marzo 2015 quando era 403.15.

Vero che, apparentemente, dalla tabella sembra esserci un balzo maggiore a marzo 2013 rispetto a marzo 2012, che però segnava un valore, stranamente, più basso del marzo 2011, per cui riteniamo che quel dato possa essere affetto, succede, da qualche problema di misura.

Anche nel più famoso, scientificamente, osservatorio di Mauna Loa marzo 2016 ha visto un rateo mensile di aumento record, con la concentrazione di anidride carbonica passata dalle 401.52 ppm di marzo 2015 a 404.83 di marzo 2016, quindi con +3.31 ppm.

A questi ritmi, la soglia che personalmente definisco “politica” di concentrazione da non superare, 450 ppm indicati nell’outcame della COP 16 di Cancun e in alcune direttive dell’Unione Europea sarà raggiunta, sia nei due osservatori gemelli del Monte Cimone che dell’isola vulcanica di Mauna Loa, in meno di 15 anni, forse, al Monte Cimone, addirittura in meno di 10.

Non sono buone notizie, queste, ma devono servire da ulteriore motivazione per una rapida ratifica del trattato di Parigi COP 21, che, ricordo, non prevede una soglia di CO2 massima ma prevede l’impegno di limitare l’aumento delle temperature globali entro i 2°C di massimo aumento rispetto all’era preindustriale, meglio ancora se si limita il riscaldamento a 1.5°C. Obiettivi ambiziosi e non affatto scontati, ma essenziali per il futuro dell’umanità.

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