La centrale nucleare di Caorso, di cui abbiamo parlato in questo articolo, fu costruita negli anni 1970 ed entrò in servizio commerciale nel 1981, con un reattore del tipo “BWR”, Boiling water reactor”, reattore ad acqua bollente di potenza di 860 MWe.


Era, per quegli anni, un impianto all’avanguardia, e l’Italia altrettanto era all’avanguardia nel mondo, la centrale nucleare di Trino Vercellese fu peraltro, negli anni 1960, per alcuni anni, la più grande e potente del mondo.

Alcuni ritenevano che, grazie al nucleare, l’energia sarebbe stata così economica da essere perfino sconveniente misurarla: in poche parole, energia abbondante e pulita per tutti. Le cose, come ha dimostrato la storia, andarono diversamente.

Nell’aprile 1986 ci fu l’incidente di Chernobyl, nel frattempo nell’ottobre 1986 l’impianto di Caorso fu fermato per la ricarica del combustibile. Da allora, non è stato più riattivato, almeno quanto a produzione di energia.

Una centrale nucleare però, anche “spenta”, termine in realtà forse improprio, deve essere tenuta monitorata e in sicurezza, raffreddata, controllata e anche sorvegliata per moltissimi anni. Così, ancora oggi nell’impianto sono in corso attività di “decommissing”, per completare la lunga operazione di smantellamento, e a oltre 30 anni di distanza ancora molte zone sono fortemente contaminate.

Ecco una cronistoria delle operazioni della ex centrale

      • 1970-1978: costruzione della centrale
      • 1978: il reattore raggiunge per la prima volta lo stato “critico” ovvero iniziano al suo interno reazioni nucleari in grado di autosostenersi
      • 1979: incidente alla centrale nucleare di Three mile island, USA. vengono modificate, visibili ancora oggi, le colorimetrie dei vari pannelli della sala di controllo, per ridurre il rischio di errore umano.
      • 1981: la centrale, allacciata alla rete elettrica, entra in servizio commerciale.
      • inizio anni 1980: realizzato un centro visite per la popolazione e  un video documentario che illustra il “piano di emergenza per la popolazione”

 

    • 1981-1986: la centrale funziona e produce complessivamente circa 28 miliardi di kWh, (28 TWh) talora con interruzioni per vari problemi, fra cui si trova notizia di un incidente che coinvolse alcuni operai
    • 26 aprile 1986: incidente di Chernobyl. La rete di monitoraggio attorno alla centrale (ancora oggi sono presenti molte stazioni di misura di radioattività) è fra le prime a rilevare l’arrivo della nube in Italia
    • ottobre 1986: il reattore viene fermato per eseguire la ricarica di combustibile, operazione complessa e delicata. Non sarà mai più “riavviato”
    • 8-9 novembre 1987: primo referendum abrogativo sul nucleare: vincono nettamente (80%) i “si” all’abrogazione
    • 1990: il CIPE e il Governo italiano decidono di sospendere l’attività commerciale di tutte le centrali esistenti e di sospendere il piano nucleare italiano
    • 1999: l’impianto di Caorso, che era di proprietà dell’ENEL, passa in gestione e proprietà a Sogin, Società a capitale pubblico incaricata del “decommissing”
    • 2004: completata la decontaminazione del circuito primario
    • dicembre 2006: completato lo smantellamento e la rimozione delle turbine e del turboalternatore all’interno dell’edificio turbina.
    • 2007-2010: lente e lunghe, delicate complesse e costose, operazioni di trasferimento delle barre di combustibile. Vengono trasferite, con trasporti speciali e un apposito contenitore detto CASK, in Francia per il complesso riprocessamento.

  • febbraio 2008 la centrale di Caorso diventa sede della Radwaste Management School, centro di formazione per la sicurezza, radioprotezione e salvaguardia ambientale
  • maggio 2008: vengono demolite le torri di raffreddamento ausiliarie
  • 2010: ultimato il trasferimento di tutte le 1032 barre di combustibile ancora presenti nel reattore, Dovranno, un domani (forse 2025-26) tornare in Italia per essere stoccate in un deposito “eterno e sicuro”
  • 2010: Demolito il grande camino esterno e avvio avvio alle attività di decontaminazione e smantellamento dell’impianto di trattamento degli scarichi gassosi (Off-Gas).
  • giugno 2012: terminati lo smantellamento e la decontaminazione di 6.500 tonnellate di materiali e componenti metallici dell’edificio turbina
  • febbraio 2014 il Ministero dello Sviluppo Economico emette il decreto per la disattivazione della centrale nucleare di Caorso, avviandone il definitivo smantellamento.
  • 2015-16: attività varie di smantellamento materiali metallici, alle piscine, ecc e soprattutto, par di capire, iter progettuali e autorizzativi
  • 2017: nel sito di Caorso sono ancora stoccati “temporaneamente” circa 2457 m3 di rifiuti radioattivi, di cui 734 m3 ad “attività molto bassa” e 1723 m3 ad “attività bassa”, depositate in due appositi capannoni.

E poi? Queste le future tappe più importanti

  • 2017-2025: progettazione e quindi inizio delle lunghe operazioni di smantellamento del reattore, ancora contaminato e che rientrerà nei rifiuti “a media attività”
  • 2025-2026 le barre di combustibile, una volta trattate, da cui si può ricavare altro combustibile nucleare ma da cui restano grandi quantità di rifiuti radioattivi di “scorie” che dovrebbero, tornare in Italia per lo stoccaggio definitivo.
  • 2028-2032: se nel frattempo sarà realizzato il “deposito nazionale”, si ipotizza che il sito della centrale nucleare di Caorso potrebbe tornare in condizioni “brown field”, ovvero senza più presenza di rifiuti, scorie o parti radioattive.
  • dopo il 2032: previa verifiche che nel sito non vi sia radioattività residua, si potrà ipotizzarne una restituzione alla comunità, in forme e per usi  da stabilire


Fonti notizie e per approfondimenti