Cede l’argine del Secchia, alluvione a Modena: succedeva 7 anni fa. Racconto e foto

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Modena – San Matteo, la rottura dell’argine destro del Secchia (foto Roberto Ferrari, Protezione Civile Modena – Aeroclub Marzaglia).

Sono passati 7 anni da quando in quei giorni sul modenese si accesero i riflettori a causa dell’Alluvione che colpi i paesi attorno a Modena. La notizia rimbalzo’ addirittura sul quotidiano New York Times! Un periodo molto mite e precipitazioni abbondanti tra le cause meteorologiche, ma non solo. Il cedimento dell’argine del Secchia da cosa è stato causato?
Vediamo cosa successe e quali potrebbero essere le cause di tutto ciò.

SITUAZIONE
Una situazione meteorologica tipica di altri grandi eventi del passato quella responsabile delle precipitazioni alluvionali del 17-19 gennaio 2014 in Emilia, con la presenza di una profonda saccatura di origine nord-atlantica.
Il tutto ha preso origine il giorno 17 gennaio 2014 (dopo che già il 13-14 si erano verificate piogge abbondanti in Appennino, anche > 150 mm), con l’approfondimento della depressione atlantica “Helga” verso la Spagna e l’avvicinarsi di un esteso e intenso sistema frontale, preceduto da scirocco. Nell’ambito di tale flusso, il 18 gennaio si è formata una depressione secondaria sul Golfo di Genova, modesta ma determinante per l’Appennino, con un fronte stazionario ondulato fra Sardegna, Corsica e Pianura Padana (ramo caldo sull’Appennino): ne sono derivate intense precipitazioni piovose fin presso il crinale, a carattere convettivo e accentuate dell’interferenza con l’orografia.
Il giorno 19 gennaio sulla Spagna si è formato un altro minimo barico secondario denominato “Ilona” dal Dipartimento di Meteorologia dell’Università di Berlino, che poi si è chiuso («cut off») sulla Sardegna determinando l’ultima fase di piogge diffuse e intense. Finalmente dal 20 gennaio “Ilona” si è allontanata verso il medio Adriatico portando un’attenuazione delle precipitazioni.

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LE PRECIPITAZIONI
Sulla pianura modenese e reggiana le piogge non sono state particolarmente abbondanti. A Modena-Osservatorio Geofisico, 22.9 mm il 19 gennaio e complessivamente nell’episodio 44.5 mm fra il 17 e il 19. Inconsueto, per la stagione, il temporale osservato nella serata di sabato 18 gennaio, con tuoni e fulmini durante un forte rovescio di pioggia, come in piena estate. Le statistiche sui temporali sono scarse e incomplete, comunque sia l’attività temporalesca è veramente inusuale in gennaio, a Modena si contano solo 9 episodi nel periodo 1876-2005.

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A Reggio Emilia la nuova stazione meteorologica presso l’Università ha registrato 54.8 mm in tre giorni con un massimo di 29.7 mm il 18. Anche qui è stato osservato il temporale della sera di sabato 18 gennaio.

Se le piogge in pianura non giustificano la grande piena fluviale sviluppatasi nel Modenese, quelle dell’Appennino invece risultano particolarmente abbondanti e straordinarie, soprattutto per il periodo dell’anno. Questo a causa della configurazione sinottica, che accentua le precipitazioni sui crinali appenninici per il sollevamento orografico forzato – sul lato toscano – dei flussi perturbati meridionali, carichi di umidità raccolta nel lungo viaggio dello scirocco sopra al Mediterraneo.z1
In questi casi, con flusso da SSW alle quote medio-basse della troposfera, le precipitazioni più importanti riescono a spingersi anche oltre la cresta dell’Appennino, a interessare le alte valli emiliane, per poi decrescere rapidamente scendendo verso la Pianura Padana, posta sottovento al flusso umido mediterraneo. Peraltro, fattore determinante e anche questo inconsueto per gennaio, l’isoterma 0 °C elevata e la conseguente caduta di neve solo sulle cime più alte dell’Appennino Tosco-Emiliano (come all’osservatorio del Monte Cimone, 2165 m). Se le sciroccate e la pioggia in gennaio non sono un fatto nuovo, specie negli ultimi anni, in Appennino quello che colpisce è il perdurare a lungo del flusso da scirocco.

La stazione di Civago (RE) nel bacino del Secchia (Rete ARPA EMR) ha registrato 163.6 mm il giorno 18, 396.2 mm in 3 giorni (17-19 gennaio), 536.2 mm in 7 giorni (13-19 gennaio) e ben 663 mm da inizio gennaio 2014.
Tanto per dare un’idea, nell’alto bacino del Secchia è piovuto in 20 giorni quanto di norma piove a Modena in un anno!

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Ecco un riepilogo della pioggia caduta nei primi 19 giorni di Gennaio in alcune località:

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(fonte dati: ARPA EMR e Università di Modena e Reggio Emilia).

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Nell’immagine sotto potete osservare l‘andamento delle precipitazioni orarie e cumulate a Lagdei (1254 m, Appennino Emiliano) dal 13 al 20 gennaio 2014: un primo episodio ha scaricato 151 mm di pioggia in meno di 24 ore tra il 13 e il 14 gennaio, contribuendo alla totale saturazione dei suoli. La successiva perturbazione giunta nel pomeriggio del giorno 16 ha dato avvio a un più lungo e importante episodio piovoso, conclusosi nelle prime ore del 20 con un ulteriore apporto di 468 mm d’acqua in 4 giorni. Il totale del periodo 13-17 gennaio ammonta a 620 mm, quantità straordinaria per la stagione e che, in concomitanza con le temperature elevate e la caduta di pioggia anziché neve sulla quasi totalità dei bacini appenninici, ha determinato le notevoli onde di piena dal T. Enza al F. Reno, ma in particolare lungo il Secchia (fonte dati: ARPA EMR).

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ALLUVONI DEL PASSATO ed ALLUVIONE 2014
Un primo confronto con le grandi alluvioni del passato mette in evidenza come le precipitazioni sull’alto bacino del Secchia siano paragonabili, o perfino superiori, a quelle degli eventi del novembre 1966, settembre 1972 e settembre 1973.
Ad esempio tra il 3 e 7 novembre 1966 risultano 276.2 mm a Piandelagotti, poco inferiori alla quantità caduta dal 13 al 19 gennaio 2014 (286.2 mm). A Lagdei (PR) il totale di 7 giorni nel gennaio 2014 (dal 13 al 19) è di 601 mm, mentre nel novembre 1966 la vicina di Rimagna vide cadere 341 mm, sempre in un periodo di 7 giorni (massimo in 24 ore di 150 mm il 4).
Decisamente inferiori, invece, le precipitazioni nel medio bacino e sulla pianura, dove nel 1966 gli apporti furono assai più abbondanti.

Dunque, a un primo sommario esame, le piogge di questo episodio alluvionale in Emilia risultano effettivamente straordinarie, tanto più per il mese di gennaio in cui in passato non risultano altri eventi paragonabili nel bacino del Secchia.

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L’argine rotto e l’area allagata
La rottura dell’argine destro del Secchia è avvenuta poco a nord di Modena, in località San Matteo, a 200 m dal viadotto TAV e poco distante dal ponte del “Passo dell’Uccellino”. La rottura è stata riscontrata alle h 06:30 di domenica 19 gennaio da un passante, che ha dato l’allarme. Subito l’acqua ha invaso la vicina SS 12 nazionale “Canaletto” (il nome ricorda come la strada si trovi nei pressi di un antico canale). A seguire si è allagata la località Albareto di Modena, e in successione i paesi di Sorbara e Bastiglia, ma in particolare la cittadina di Bomporto (10.000 abitanti, interamente evacuati), a circa 15 km dall’argine rotto e posta non sul fiume Secchia ma sul Panaro! Quindi l’acqua ha raggiunto alcune frazioni di San Prospero di Modena e di Medolla (località già colpite dal terremoto del maggio 2012) e alcune zone di Camposanto nella giornata di lunedì 20 gennaio. Martedì 21, allagamenti hanno interessato parte di San Felice sul Panaro e di Finale Emilia, distanti oltre 30 km dal punto di rottura. L’area allagata è di circa 200 km2 (volume d’acqua stimato in circa 20 milioni di m3), con battenti idrici fino a 1,5 – 2 m anche in aree urbane.

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Alluvione, cambiamenti climatici ed eventi estremi
Come sempre è difficile attribuire la causa di un singolo evento atmosferico direttamente ai cambiamenti climatici, tuttavia è indubbio che questo episodio si pone in linea con gli scenari futuri di aumento dei fenomeni estremi, inoltre in un clima invernale normale, con precipitazioni nevose per lo meno dalle quote collinari, l’alluvione non si sarebbe verificata. Ciò non toglie però un aspetto determinante: il crollo dell’argine è avvenuto nel corso di una piena sicuramente notevole, ma non certo eccezionale (semmai oggi, di fronte al clima che cambia, abbia ancora senso parlare di eccezionalità degli eventi). Perché questo crollo?

LE CAUSE del crollo ARGINALE

Qualche mese fa avevamo pubblicato un articolo proprio su un importante studio del prof. Stefano Orlandini, il dott. Giovanni Moretti del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari” – DIEF di Unimore – Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia ed il prof. John Albertson della Cornell University dello Stato di New York (USA). Ecco qualche spunto:

“La Commissione – ha spiegato il prof. Stefano Orlandini di Unimore – voluta dal Presidente della Regione Emilia Romagna aveva concluso, nell’estate 2014, che il collasso dell’argine del Secchia era stato causato dall’azione di animali selvatici quali l’istrice, il tasso e la volpe rossa. Questi animali, in un contesto di rapido cambiamento dell’uso del suolo e del clima, stanno migrando dalle aree appenniniche verso i territori della pianura padana trovando nei rilevati arginali i luoghi ideali ove scavare le loro tane. Lo studio dimostra come gli effetti della loro attività possano essere disastrosi. Il titolo del nostro lavoro esprime chiaramente come l’attenzione debba essere riposta con urgenza su un problema emergente che ha verosimilmente causato altre alluvioni in Italia. Ridurre il collasso dell’argine del Secchia a un mero problema di manutenzione, com’è stato fatto in diverse sedi, costituisce una visione scientificamente limitata e tecnicamente non esauriente“. L’articolo completo lo trovate QUI

L’eco di questa ricerca ha fatto sì che al prof. Stefano Orlandini sia stato rivolto l’invito a presentare il suo lavoro (disponibile in formato open access alla pagina web: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2015WR017426/full ) il prossimo 16 dicembre 2015 a San Francisco, in occasione dell’American Geophysical Union Fall Meeting 2015.

Per approfondimenti:

riguardo gli aspetti meteo;

Ecco alcuni video dell’evento:
Bomporto, prima e dopo QUI
Bomporto, vista dal gommone QUI
Bomporto e Marsiglia viste dall’elicottero QUI
Bomporto sommerso QUI

Ringraziamenti a Luca Lombroso.

Ecco altre foto dell’Evento.

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