Era nelle attese, stante le mappe roventi. Come abbiamo detto, l’ondata di caldo sarà lunga, dalle mappe infatti non se ne vede la fine. Stando al range di “usabilità” dei modelli, cioè i classici 5/7 giorni non è atteso nessun sostanziale cambiamento, a poco serviranno gli eventuali temporali di calore pomeridiani dell’Appennino, anche nell’eventualità, che si va affievolendo, di locali sconfinamenti nelle limitrofe pianure. Meno ancora, anzi sintomo di caldo, i dust devil che stanno facendo la loro comparsa nelle campagne roventi e secche

Peraltro, per varie ragioni, come già avevo parlato, le situazioni di anticicloni mediterranei e africani hanno una predicibilità maggiore, cioè in questi casi i modelli possono spingersi anche a 8/10 giorni, periodo nel quale proprio un vero sblocco della situazione non si vede o per dirlo in modo più scientifico appare scarsamente probabile.

Le ondate di caldo e similmente la siccità sono fra i fenomeni più subdoli, perché non hanno quasi mai una fine o inizio ben definiti, si potrebbe dire che l’ondata di caldo in corso è iniziata ormai da fine giugno, pur con fasi acute e fasi di attenuazione, con una prefazione a inizio giugno e in parte anche a maggio.

Ironicamente però l’ondata di caldo è iniziata ormai nel XVIII secolo con la scoperta della macchina a vapore e terminerà alcune migliaia di anni (a causa dell’inerzia del sistema climatico) dopo di quando l’uomo smetterà di bruciare combuastibili fossili, lasciando finalmente petrolio e carbone dove stanno: sotto terra. Ed anche il gas, sperando non ne scappi troppo dal permafros, altrimenti saranno guai grossi, il cosiddetto “etrusco dei cambiamenti climatici”. E non fatevi distrarre da sedicenti articoli su presunte future ere glaciali: sono #meteobufale e altrettanto dicasi per i dìnomi mitologici che circolano.

DOMENICAOra tuttavia siamo  agli inizi di una nuova fase acuta del caldo, già oggi si toccano qua e là in Emilia Romagna i 36°C, sfiorando i 37°C, da domani molte località segneranno valori da febbre: provate anche voi, per gioco, a mettere in un punto riparato e ombreggiato un termometro clinico, quando si misura la temperatura atmosferica col termometro da febbre, ecco che bisogna preoccuparsi! Peraltro sarà caldo anche in collina e perfino in alcune zone di montagna, anche se ovviamente in misura minore. Poco refrigerio anche di notte, con valori da “notte tropicale”, cioè minime oltre i 20°c quasi ovunque dal Po al, perfino, medio crinale. Questo a causa, meteorologicamente, dell’anticiclone afromediterraneo in espansione e consolidamento, ma climaticamente, anche se la singola ondata non è “attribuibile” direttamente, c’è senz’altro lo zampino del global warming e conseguenti cambiamenti climatici. Stiamo infatti vivendo una “nuova normalità”, ovvero queste ondate così lunghe stanno diventando più frequenti, intense e durature. E in futuro sarà sempre peggio.

Così l’agenzia Regionale della Protezione Civile ha, giustamente, emesso l’attivazione dello “stato di attenzione” per l’ondata di calore, valido da domani giovedì 16 alle 14 e fino a sabato alle 18, ma di fatto siamo appunto già in ondata di caldo in corso e probabilmente durerà ben oltre sabato.

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Dunque, al solito attenzione al caldo (fa caldo perché le temperature sono elevate, e superiori alla temperatura corporea, non solo perché c’è umidità! ) e alle possibili conseguenze socio sanitarie, soprattutto, ma non solo, per le categorie più sensibili (anziani, bambini, malati cronici). Tornerò a parlare di decaloghi, non solo sul caldo, ma non ci sarebbe bisogno di dirlo, e l’ho visto di persona, che è estremamente rischioso anche per persone giovani o di mezza età andare a correre o pedalare in modo sportivo alle 15, sotto al sole, a torso nudo su strade asfaltate!

Vorrei infine ricordare altri due rischi conseguenti le ondate di caldo, il primo è quello degli incendi, non solo boschivi ma anche in campi o semplici zone con foglie o erba secca, dunque non facciamo per favore, fra le altre cose, la classica e incivile azione di lanciare il mozzicone di sigaretta (anche se apparentemente spento!) dal finestrino dell’auto o passeggiando!

L’altro, più subdolo, è quello dei black out energetici. Inefficienze a parte, le reti elettriche sono messe a dura prova dal caldo, i consumi aumentano a causa dell’inevitabile uso dei condizionatori, ma anche se dotati di impianto fotovoltaico (che, per inciso, nelle forme incentivate si disattivano in caso di black out!) è bene nei limiti del possibile non esagerare. Rete sovracarica e surriscaldata può facilitare appunto i black out, noi diamo per scontato che spingendo un bottone come per magia si accenda la luce, partano gli elettrodomestici o si azioni il refrigeramento o riscaldamento. Lo abbiamo visto durante la nevicata del 6 febbraio scorso, ed è capitato qua e là nella precedente ondata di caldo.

Che siano anche i sintomi della “epidemia di black out” della teoria di Olduvai duncan? Chissà… ripassiamo i veri consigli anticaldo:

ripropongo, e sempre validi, i veri consigli anti caldo

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