Incendio

 

19 luglio 2012, devastante incendio nella pineta di Lido di Dante

65 ettari su 118, un disastro senza precedenti nel territorio ravennate. Ovviamente di origine dolosa. Sono questi i dati spaventosi dell’Incendio che brucio’ la pineta di Lido di Dante il 19 Luglio 2012.

Incendio Lido di Dante, bruciati 65 ettari di pineta
Dai dati storici in possesso del Corpo Forestale dello Stato l’incendio risulta un evento senza precedenti; negli archivi che riguardano sia le pinete demaniali sia le pinete comunali (San Vitale e Classe) e gli altri boschi privati, non risultano mai essersi verificati a memoria di annotazione e di uomo incendi che abbiano interessato una superficie superiore ai pochi ettari eccezion fatta per quello che sino ad ora costituiva l’evento più distruttivo, ovvero l’incendio del 2-3 settembre 2000 che interessò un’area di poco superiore ai 22 ettari (un terzo della superficie distrutta dall’incendio del 2012) nella zona della pineta.

Incendio Lido di Dante, bruciati 65 ettari di pineta
“Dalla elaborazione dei dati che ha permesso di individuare su mappe digitali l’area percorsa dal fuoco è emerso che l’incendio ha interessato complessivamente una superficie di poco superiore ai 65 ettari, di cui 58.6 nella Riserva Naturale Statale “Pineta di Ravenna” – sezione Ramazzotti e 7 di proprietà privata limitrofa alla Riserva medesima. L’incendio nelle sue diverse fasi ha percorso il territorio pinetato in maniera differente: rispetto alle iniziali e prudenziali stime – dettate forse anche da una volontà inconscia di non voler considerare tale la vastità della devastazione – si può confermare la completa distruzione di ogni forma di vita vegetale e animale su oltre 50 ettari di pineta interna alla Riserva; anche sulla rimanente superficie i danni sono rilevanti. Si può comunque parlare di danni elevatissimi anche in questa porzione di pineta” si legge in una nota del CFS.

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Incendio Lido di Dante, bruciati 65 ettari di pineta
Si ritiene pertanto che sia stata intenzionale volontà di una o più persone causare la distruzione di uno dei più significativi lembi boscati del litorale ravennate e dell’intero Alto Adriatico. Ovviamente le indagini sono poi state archiviate e non risultano colpevoli.

L’area interessata dall’incendio è stata poi transennata e chiusa a tutti e rimane chiusa tutt’ora. Infatti il luogo deve avere meno presenza umana possibile per potersi rigenerare in assoluta tranquillità, compresi gli animali.

Solo parte della spiaggia rimane aperta (non in alta stagione) ma con limitazioni: vi si puo’ sostare ma “sono vietati gli attendamenti anche temporanei compreso l’uso di ombrelloni e/o di qualsivoglia sistema di ombreggio, inoltre e’ vietata l’asportazione e/o lo spostamento dei materiali di origine naturale spiaggiati”, precisa la Forestale.

Due anni fa, in occasione del 2° triste anniversario, sono state organizzate guide ed escursioni con guide apposite per osservare la ripresa lenta della Natura.

Lo scorso anno ho visitato il luogo, o meglio l’area accanto perchè essa è ancora chiusa. La sensazione è stata tremenda, il luogo lo conoscevo bene e vederlo completamente spoglio, senza vegetazione è stato un colpo al cuore. Pensate che ci vogliono circa 10 anni perchè i pini marittimi raggiungano un’altezza di 2/3 metri. Per tornare alla pineta pre-esistente ci vorrano dai 20 ai 30 anni! L’incendio ha visto circa 50 mila piante bruciate di cui 30 mila pini. Età media delle piante bruciate 50 anni. Numero di specie vegetali ed animali colpite: incalcolabile.

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