Il titolo non voglia apparire offensivo per il richiamo ad una festività profondamente ricca di significati; si tratta solo di una banale associazione di idee, nel senso che proprio in quella ricorrenza, ovvero lunedì prossimo, le previste correnti settentrionali porteranno il massimo raffreddamento (il quale comunque inizierà da domani e soprattutto domenica), con campo termico che si porterà al di sotto della norma climatologica, “liberando”, per così dire, la nostra regione dalle elevate temperature che fin qui hanno caratterizzato il mese di aprile, con anomalie termiche di temperatura media che attualmente oscillano tra i 2,5 ed i 3,0°C, e con le prime due decadi del mese tra le più calde in assoluto dal dopoguerra (ecco che ritorna il parallelo con la seconda guerra mondiale).
Quel famoso 25 aprile fummo liberati dall’orrore della guerra con il definitivo ritiro degli invasori, ma, tornando all’attualità e mantenendo il parallelismo, le truppe del caldo perderanno solo una battaglia, poiché il conflitto lo stanno vincendo, purtroppo, su tutta la linea, così come ci confermano i dati meteorologici e non solo.
Così come gli alleati ci liberarono il 25 aprile, anche per il climate change servirà una vasta e robusta alleanza politica per tentare di limitare i danni di una guerra climatica di cui noi stessi siamo responsabili, ed alla quale siamo chiamati a porvi rimedio.
E allora festeggiamo la oramai vicina ricorrenza e riflettiamo profondamente su questi temi solo apparentemente slegati. Magari con un paio di sci ai piedi, perché un po’ di neve, tipicamente primaverile, tornerà ad imbiancare il nostro Appennino. Approfittiamone per un saluto.
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