10 anni fa il terremoto nel cuore dell’Emilia: 27 vittime

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Ricorre in questi giorni il 10° Anniversario dell’evento che ha segnato per sempre la storia della nostra regione. Erano le 4:03 del mattino e quando tutti riposavano la terra decise di muoversi. Non un movimento leggero, ma forte. Così forte da sconvolgere mezza regione, svegliare migliaia di persone, ucciderne altre. La scossa di quel 20 maggio, in piena notte, per 20 lunghissimi secondi scosse l’Emilia con una Magnitudo di 5.9 e spezzo’ la vita di 7 persone, 50 furono i feriti. Come a volte avviene la scossa principale fu preceduta da due sismi, uno superiore a magnitudo 4.0 poche ore prima.

Ma nessun si sarebbe mai aspettato un sisma così violento, in quella zona. Nonostante in passato la zona fu interessata da diversi sismi, anche forti, nessuno o quasi nella zona sapeva di essere a rischio di un così forte sisma. Sotto la zona del sisma.

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La provincia di Modena, Ferrara e Bologna in Emilia Romagna, quelle di Rovigo e Mantova fuori regione, furono quelle maggiormente interessate dal sisma che fu avvertito dalla Svizzera alla Slovenia, fino alla Croazia ed all’Austria. Così come nel sisma dell’Aquila, ma molto meno pronunciata la cosa, si ebbe una serie di piccole scosse già dal mese di gennaio.

Il sisma provoco’ 7 morti accertati, circa 50 feriti, 5000 sfollati e ingenti danni al patrimonio culturale a causa dei molti crolli di palazzi storici, aziende agricole e fabbriche. Il sisma provoco’ fenomeni diffusi di liquefazione delle sabbie, che interessarono ampie aree a San Carlo di Sant’Agostino, Mirabello, Finale Emilia e San Felice sul Panaro. Tali fenomeni si verificarono anche a seguito delle scosse del 29 maggio nelle aree di Cavezzo e Moglia, causando il crollo di alcuni edifici anche di recente costruzione.

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Successivamente ci furono nuove scosse: di 4,8 (alle 04:06, epicentro: Finale Emilia), di 5.1 (alle 04:07, epicentro: Bondeno), di 4,3 (alle 04:11 e alle 04:12, epicentri: Bondeno e Finale Emilia) e di 4,0 (alle 04:35 e alle 04:39, epicentri: Vigarano Mainarda e Finale Emilia). Una nuova forte scossa tellurica di 4,9 fu avvertita a partire da San Felice sul Panaro alle ore 05:02 (ora italiana). Altre scosse di notevole intensità si avvertirono alle ore 11:13, 15:18 e 15:21 rispettivamente di 4,2, 5,1 e 4,1 a Finale Emilia, Vigarano Mainarda e Bondeno. Alle 19:37 dello stesso giorno si verifico’ inoltre una nuova scossa di magnitudo 4,5 con epicentro nei pressi di Bondeno. Un’altra scossa di 4,1 si fece sentire il 21 maggio alle 16:37 con epicentro in Finale Emilia. Il 23 maggio alle 23:41 un’altra scossa moderata di magnitudo 4,3 fece tornare il panico tra la gente. Il 25 maggio alle 15:14 un’altra scossa più debole, di 4,0 gradi della scala Richter fu avvertita dalla popolazione.
Ma dopo giorni difficili, il giorno 29 maggio una nuova scossa spezzo’ quelle flebili speranze rimaste in piedi. Una forte scossa della durata di 30 secondi, di magnitudo 5,8 e definita superficiale (profondità ipocentro: 9,6 km) fu registrata alle 09:00:03 del 29 maggio 2012. L’epicentro fu nella zona di Medolla e Cavezzo in provincia di Modena. Un primo bilancio provvisorio riporto’ crolli in edifici anche di interesse storico-artistico, tra quelli già danneggiati dall’evento sismico del 20 maggio, 20 vittime (due decessi avvenuti in data 5 giugno ed uno il 12 giugno) e almeno 350 feriti. Gli sfollati sairono a circa 15.000. Successivamente alla scossa delle 09:00 si verificarono altre due scosse di entità rilevante: alle 12:55 di intensità 5,3 e alle 13:00 di intensità 5,2. A Mantova fu chiuso il Palazzo Ducale ed a Pisa per inagibilità il Palazzo della Sapienza. Successivamente, una sessantina di scosse si registrarono nella notte fra il 29 e il 30 maggio. Il terremoto fu avvertito in quasi tutta la Slovenia, in particolare nelle regioni occidentali del Paese, in Svizzera nel Canton Ticino e nell’Istria, in Croazia, ma senza provocare né feriti, né danni.Una nuova forte scossa di magnitudo 5,1 alle 21:20 del 3 giugno 2012 con epicentro a Novi di Modena fu avvertita in tutto il nord Italia ha nuovamente colpito tutta la zona della bassa modenese e dell’oltrepò mantovano. La torre dell’orologio di Novi di Modena crollo’ durante la scossa.

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DANNI
I terremoti del 20 maggio e 29 maggio hanno causato pesanti danni alle costruzioni rurali ed industriali, alle opere di canalizzazione delle acque, nonché agli edifici ed ai monumenti storici ed agli edifici civili di vecchia costruzione in pietra o ciottoli. In particolare sono risultati seriamente danneggiati o parzialmente crollati gran parte dei monumenti e dei luoghi di interesse artistico compresi in un’ampia area, da Mantova a Modena a Ferrara ad alcuni comuni della provincia di Bologna, le cui rispettive province sono risultate essere le più gravemente colpite e danneggiate dagli eventi sismici. In alcuni casi sono stati danneggiati anche edifici ad uso abitativo di recente costruzione; tali danni sono spesso ascrivibili ai diffusi episodi di liquefazione delle sabbie.
I danni del sisma sono stati stimati (relazione inviata alla Commissione UE) in 13 miliardi e 273 milioni di euro. In Emilia‐Romagna la stima è di 12 miliardi e 202 milioni di euro: 676 milioni per i provvedimenti di emergenza; 3 miliardi e 285 milioni di danni all’edilizia residenziale; 5 miliardi e 237 milioni di danni alle attività produttive; 2 miliardi e 75 milioni di anni ai beni storico‐culturali e agli edifici religiosi; la quota restante è suddivisa fra edifici e servizi pubblici e infrastrutture.