temporali violenti: una nuova normalità? come prevenire e convivere

Anzitutto, va a tutti i colpiti o danneggiati, direttamente o indirettamente, dei forti temporali degli ultimi giorni in Emilia la piena solidarietà di ASMER Emilia Romagna Meteo. Noi meteorologi, climatologi, e gli appassionati che collaborano a questo e altri siti abbiamo a volte un compito ingrato, prevedete, annunciare, o analizzare disastri. E’ un compito arduo, ma necessario, perché di fronte a questi fenomeni non serve invocare alla sfortuna, non c’è nessun accanimento al nostro territorio, che è vittima come molti altri, in italia e nel mondo, dell’aumento di eventi estremi e dannosi, sia per i cambiamenti climatici sia perché la nostra società è più vulnerabile, un evento estremo insomma trova più cose da danneggiare e distruggere del passato, se poi questi diventano più frequenti e intensi… ecco appunto che  la nostra vera arma di difesa è la previsione e la prevenzione, prima, durante, e dopo il fenomeno.

Di fronte al ripetersi dei forti temporali di questi giorni, sorgono spontanee alcune domande: sono fenomeni nuovi? è colpa dei cambiamenti climatici? cosa fare per prevenire e per conviverci? sarebbero discorsi molto lunghi, e anche complessi, e qui, come mio stile, voglio cercare di dare alcune info, se volete semplicate, ma chiare e telegrafiche, senza scendere troppo nei dettagli scientifici, importanti per noi addetti ai lavori ma poco leggibili per il largo pubblico.

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Cominciamo col dire che non c’è nessun fenomeno nuovo, semmai, ma ne parlo dopo, si può discutere dell’aumento e della causa della maggior frequenza dei temporali di forte intensità, perché è di questo che, sostanzialmente, si è trattato. In inglese il termine è “severe storm”, noi potremmo chiamarlo temporale severo se usassimo la traduzione letterale, o temporale forte, eventualmente, per la lingua italiana “fortunale“.

Riguardo la confusione del termine tromba d’aria, se ne è parlato qui e qui, nonché in questo articolo della “cacciatrice” ed esperta Valentina Abinati, mentre è ancor più fuori luogo parlare di “uragano” o ciclone o tifone, e anche il termine bufera è improprio. Questi ultimi sono fenomeni a larga scala, tipici delle fasce tropicali, che hanno meccanismi di origine e sviluppo ben diversi dalle perturbazioni delle nostre latitudini.

Alle già complete analisi tecniche sopra linkate, voglio solo aggiungere che puntualizzare di che tipo di fenomeno si è trattato non è una pignoleria scientifica, ma è necessario per capire e studiare meglio il fenomeno, per prevederlo e per prevenirlo. Già Pierluigi Randi ha fatto un ottimo paragone, fra i tortellini e cappelletti, a cui potrei aggiungerne altri, sempre gastronomici, fra piadine e crescentine (per non parlare della differenza fra crescentine e tirelle) o fra borlenghi e gnocco fritto, o ancora, sconfinando in campo medico, fra ictus e infarto.

schema di un downburst (fonte Meteonwtwork)

schema di un downburst (fonte Meteonwtwork)

L’ottima guida ai temporali e alla sicurezza dai temporali del NWS NOAA ci fa sapere, riguardo i “venti lineari dei temporali” (downburst il nome inglese, non traducibile, per ora, in italiano ma ci stiamo pensando)

  • i forti venti lineari dei temporali non sono associati alla rotazione di un tornado, ma sono spesso i responsabili di danni anche ingenti nei temporali
  • i venti lineari di un temporale (downburst) possono superare i 200 km/h. (nel modenese il 30/06/1998 in un caso simile il vento toccò  119 km/h presso la stazione meteo “Marzaglia” dell’Osservatorio Geofisico di UNIMORE)
  • il downburst è una piccola area di vento che scende rapidamente, e in modo impetuoso, al bordo o sotto il temporale
  • il downburst può causare danni simili a quelli di un forte tornado ed essere estremamente pericoloso per l’aviazione (tragico esempio il volo CU9646 a L’aVana, Cuba, il 3-09-1989)
  • il “microburst secco” avviene in assenza di pioggia, o con pioggia debole, e può causare rischio di incendi e per l’aviazione.

Detto questo, il ripetersi di episodi di forti temporali nel nostro territorio e in genere in italia, Europa e mondo intero è dovuto  dei cambiamenti climatici? sarò anti scientifico, ma personalmente dico SI. Attenzione, come notate, dico “il ripetersi di tanti episodi…” e non parlo del singolo episodio. La domanda infatti andrebbe capovolta, possono i cambiamenti climatici aumentare il rischio di questi, e altri episodi? ovvio, la risposta è si.  

Ovviamente, so benissimo e  va detto che i temporali forti ci sono sempre stati, e che non è possibile ascrivere il singolo fenomeno ai processi di climate change di origine antropica in corso. Inoltre, le statistiche non sono (per ora) sufficienti ad affermare se c’è un reale aumento di temporali intensi, ma qualcosa, soprattutto per le piogge, inizia ad emergere. Tuttavia, non possiamo attendere che le statistiche siano sufficienti per agire, perché in tal caso sarebbe troppo tardi: imperativo è adottare un principio di precauzione. Sia, o no, colpa del climate change, con questi fenomeni è chiaro che dobbiamo convivere e aumentare la resilienza.

Il fatto è che le statistiche sono poche, e ci vorrà del tempo, anche molti anni, per raggiungere evidenze che i temporali forti, o le trombe d’aria, o le alluvioni, sono in aumento. e’ per questo, fra le altre cose, che è importante distinguere di che tipo di fenomeno si è trattato. Se vogliamo fare statistiche di trombe d’aria, dobbiamo conteggiare accuratamente questo tipo di fenomeni e non altri, magari non meno dannosi, ma di natura diversa.

Nell’attesa, però, occorre iniziare ad attrezzarsi per convivere e aumentare la resilienza da questo tipo di fenomeni. Non è un caso se ci sono stati, in questa estate, tanti allerta meteo. Noi di ASMER li abbiamo sempre riportati, per doverosa informazione, e ricordato che mai vanno sottovalutati, nonché va ricordato che, spesso, i fenomeni più pericolosi sono quelli che sfuggono, come in questo caso, dalle maglie sempre più fitte die modelli di previsione.

In pratica, va ricordato che qualsiasi temporale, qualsiasi giornata in cui sono previsti temporali, o qualsiasi temporale che si forma anche quando non previsti può essere intenso e generare eventi dannosi. Il fatto che i temporali, e altri fenomeni meteo, diventino sempre più intensi e frequenti non deve diventare una scusante o una giustificazione ma anzi è una aggravante per la mancata azione di prevenzione e di adattamento.

Naturalmente, tanto possiamo fare individualmente e nella nostra comunità, perché il primo aiuto viene proprio da noi stessi e da chi ci sta vicini. c’è tanto materiale disponibile, al riguardo, in rete. Riassumo qui alcuni dei documenti più utili, alcuni sono un po’ lunghi, ma vale la pena di leggerli e di provare “a cielo sereno”, per essere pronti alla prima occasione in cui, malauguratamente, ci trovassimo a tu per tu con un “temporale severo”. Perché imprecare alla sfortuna, all’accanimento sul nostro territorio, o alle colpe dei politici a poco serve.

Di fronte ai cambiamenti climatici e ai conseguenti eventi estremi, tutti siamo vittime ma altrettanto siamo responsabili di agire.

 

 

Luca Lombroso

Presidente di ASMER Emilia Romagna Meteo associazione di promozione sociale