Si è appena concluso il mese di ottobre 2017, il quale è stato caratterizzato da una lieve anomalia positiva di temperatura media (dato medio regionale sulla base della norma climatologica 1971-2000) che corrisponde a +1,0°C, ponendosi quindi al 15 mo posto tra i più caldi dal 1950, mentre il primato del mese di ottobre più caldo della serie storica considerata spetta a quello del 1966 (ben +3,2°C rispetto a media 1971-2000).

Pertanto, dopo un settembre complessivamente fresco, ottobre ha mostrato un andamento termico nuovamente allineato al trend nettamente dominante nell’attuale fase climatologica che vede una netta maggioranza di mesi contraddistinti da anomalie termiche positive.

Al momento, in questo 2017, solo due mesi hanno contemplato temperature medie al di sotto della norma climatologica, ovvero gennaio e settembre, mentre tutti gli altri mostrano più o meno sensibili anomalie positive, con il mese di giugno sugli scudi, il quale con uno scarto dalla norma di ben +3,4°C si è collocato dietro soltanto al rovente giugno 2003.

Le anomalie termiche occorse in ottobre 2017 risultano un poco più consistenti su faentino, forlivese e cesenate (comprese tra +1,2 e +1,7°C con massimi nelle zone urbane di Forlì e Cesena), mentre leggermente più contenute si individuano su ravennate (incluso il lughese) e riminese laddove predominano valori dell’ordine di +0,5/+0,9°C.

Il maggiore contributo alla determinazione delle suddette anomalie positive è ascrivibile al ruolo delle temperature massime, che in particolare nella prima e seconda decade hanno raggiunto valori sovente superiori ai 25°C, specie in concomitanza di correnti nei bassi strati disposte da SW a NE. Più vicine alla norma climatologica sono risultate le temperature minime, in particolare nelle aree extra-urbane e rurali delle pianure interne e nelle vallate appenniniche più strette, laddove le inversioni termiche notturne di tipo radiativo, favorite da molte notti serene e con venti deboli, hanno determinato discreti abbassamenti delle temperature.

Tuttavia per l’intero mese di ottobre non sono state registrate temperature minime negative, quando invece nella terza decade del mese non sono storicamente infrequenti valori, sia pure di poco, inferiori allo zero con le prime brinate di stagione.

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Ottobre: trend di anomalia di temperatura media in Romagna dal 1950 su dati stazioni ARPAE e AS.M.ER

La nota dolente riguarda invece le precipitazioni: esse sono risultate infatti molto scarse e ben al di sotto della norma climatologica su tutto il territorio, con una negativa positiva percentuale (rispetto alla media del trentennio 1971-2000) di circa il 61% (-60,9% il dato decimale), valore che corrisponde al terzo mese percentualmente più secco di questo siccitoso 2017, preceduto solo da luglio (-88,5%) e da marzo (-66,1%).

Sempre nel 2017, fino ad ora, in soli tre mesi le piogge cumulate sono risultate al di sopra della norma climatologica (febbraio, maggio e settembre, ma con gli ultimi due in forma assai lieve), mentre nei restanti hanno prevalso notevoli anomalie negative, come si evince dal grafico seguente:

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Anomalie medie in % delle precipitazioni mensili nel 2017 rispetto al clima 1971-2000 su dati stazioni ARPAE e AS.M.ER

Deficit pluviometrici più sensibili sono occorsi su forlivese e cesenate, superando il -80% di anomalia, mentre leggermente più contenuti sono rilevabili su lughese settentrionale, faentino e riminese (intorno a -30/-40%). In ogni caso in nessuna delle stazioni considerate gli accumuli mensili di pioggia hanno superato i 50 mm, quando la climatologia regionale indica valori di almeno 70-80 mm su pianure e costa, per superare i 100 mm nella fascia collinare.

L’origine quasi esclusivamente convettiva (temporali) delle precipitazioni ha poi favorito una distribuzione degli accumuli mensili di pioggia piuttosto irregolare e con ampie diversificazioni su distanze alquanto contenute.

Le precipitazioni si sono peraltro concentrate in un risicato numero di eventi, appena tre, occorsi nei giorni 1 (appena 1/3 mm); 6 (da 6 a 30 mm con massimi su faentino per effetto di moderati-forti temporali) e tra il 22 e 23 (da 6 a 35 mm con picchi su lughese settentrionale e riminese, anche in questo caso a causa di temporali localmente intensi).

Episodi di grandine sono stati segnalati in corrispondenza degli eventi temporaleschi del giorno 6 (faentino) e nella serata del 22 (lughese, faentino, forlivese e riminese, in qualche caso anche di una certa entità in rapporto al periodo stagionale).

Pertanto lo stato di deficit pluviometrico su base annuale permane sempre piuttosto severo collocandosi intorno al –35/-40% sulla quasi totalità del territorio, per cui il 2017 si conferma al momento come uno degli anni meno piovosi dell’intera serie storica considerata, a meno che non si verifichi una notevole ripresa delle precipitazioni entro i prossimi due mesi.

L’origine delle anomalie termiche positive, ma anche di quelle pluviometriche ampiamente negative, può essere ben individuata dalla carta seguente che mostra le anomalie medie nel campo del geopotenziale in medio-alta troposfera relative al mese di ottobre 2017 sul comparto europeo.

È stato preso a riferimento il piano isobarico di 500 hPa (circa 5500 m di quota):

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Anomalia media mensile di geopotenziale sul piano isobarico di 500 hPa ottobre 2017. Fonte: NCEP/NCAR Reanalysis, plot ESRL

In essa si notano campi di geopotenziale notevolmente superiori alla norma (oltre 100 m di anomalia) su Europa occidentale con i massimi di anomalia rilevabili tra Francia e penisola iberica inclusi i relativi settori atlantici), mentre anomalie negative si riscontrano su Europa nord-orientale.

Tale disposizione dei centri di anomalie indica il prevalere per buona parte del mese di promontori dinamici di alta pressione con circolazione di aria calda e secca associata a prevalenti moti subsidenti. Inoltre la componente di moto dei flussi è quasi sempre stata orientata da nord a sud con prevalente curvatura anticiclonica, effetto che si è riflesso anche negli strati troposferici inferiori andando ad interferire con la chiostra alpina e ponendo quindi il nord Italia in condizioni di “sottovento” con numerosi episodi di fohn, sia alpino che appenninico, e piovosità inevitabilmente scarsissima.

Le poche onde depressionarie associate a sistemi perturbati nei bassi strati, sono riuscite sono occasionalmente ad inserirsi sul bacino del Mediterraneo in concomitanza all’ingresso di fronti freddi meglio organizzati (temporaneo arretramento verso ovest dei massimi di geopotenziale), con veloci ciclogenesi sottovento alle Alpi al suolo in trasferimento verso mare Tirreno od Adriatico, ma con evoluzione assai veloce data la notevole intensità dei flussi portanti settentrionali e le pronte rimonte anticicloniche al seguito. Pertanto i fenomeni, localmente anche intensi, non hanno potuto insistere a sufficienza per favorire precipitazioni più consistenti.

Ottobre 2017 viene quindi archiviato, in Romagna, come leggermente caldo e con precipitazioni molto al di sotto della norma climatologica, insomma il leit-motiv di questo 2017.