È un dicembre che sotto molti aspetti somiglia molto a quello del 2015: netta prevalenza di alte pressioni di origine sub-tropicale, quindi accompagnate da aria calda e secca in quota, scarsissime precipitazioni se si eccettua l’episodio del 20-21 ma con accumuli di pioggia assai modesti salvo aree localizzate della Romagna, molte giornate con nebbia anche se non ai livelli del dicembre 2015; nevicate praticamente assenti con i nostri rilievi in grande sofferenza.

Peraltro il mese di dicembre dovrebbe essere, così ci dice la climatologia regionale, il più piovoso dei tre invernali, ma negli ultimi due anni i fenomeni non si sono praticamente visti.

Inoltre, sotto il profilo termico, simili modelli di circolazione determinano temperature molto miti, specie proprio sui rilievi appenninici al di sopra delle classiche inversioni termiche che si associano agli anticicloni invernali e che limitano parzialmente la mitezza nelle aree di bassa pianura. Certamente il dicembre 2015 fu ancora più mite rispetto a quello attuale, ma di poco.

Se ci trasferiamo in libera atmosfera al di sopra dei classici limiti delle inversioni termiche invernali di tipo radiativo, ad esempio a circa 1500 m (piano isobarico di 850 hPa), notiamo che se non è zuppa è pan bagnato. Come indicano le due mappe di reanalisi sottostanti, nel dicembre 2015 l’anomalia termica ad 850 hPa fu in regione di circa +3°C rispetto alla media climatologica di periodo 1981-2010 (quindi un periodo non certo tra i più freddi della serie storica).

Nel dicembre 2016 (fino a Natale compreso) poco cambia: siamo nell’ordine dei +2,5°C di anomalia positiva (e nei giorni 26 e 27 tale anomalia potrebbe aver subito un ritocco verso l’alto), con una differenza tra i due mesi di circa mezzo grado a vantaggio del 2015.

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Anomalia di temperatura sul piano isobarico di 850 hPa dicembre 2015 (a sinistra) e 2016 (a destra). Fonte: reanalisi NCEP

Molto semplicemente nel 2016 i centri di anomalia termica positiva sono collocati un poco più ad ovest ed a nord rispetto al 2015, e ciò giustifica le corrispondenti anomalie negative su Europa sud-orientale favorite dalla circolazione in prevalenza “meridiana”, ma la sostanza poco cambia, vale a dire che sempre più spesso, anche nel periodo invernale, potenti anticicloni di tipo dinamico sub-tropicale si impossessano non solo del bacino del Mediterraneo, ma anche di una buona fetta del continente.

Basti pensare che il valore di temperatura media in libera atmosfera sulla verticale di Bologna risulta per dicembre 2015, da rianalisi e quindi con una parziale approssimazione, di ben 4,5°C, mentre con buona probabilità lo stesso parametro andrà ad attestarsi intorno ai 4°C per dicembre 2016. Si tratta di valori che non trovano alcun precedente dal 1948 (anno di inizio simulazione per rianalisi di questo tipo), come si nota dal grafico seguente con i due mesi di dicembre più recenti (evidenziati in rosso) che spiccano nettamente in mitezza sul resto della popolazione dei valori. Il trend al rialzo (linea tratteggiata) è ugualmente assai indicativo.

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Temperatura media del mese di dicembre dal 1948 sul piano isobarico di 850 hPa sulla verticale di Bologna. Fonte: Reanalisi NCEP

Qualunque sarà l’andamento termico di gennaio e febbraio 2017 anomalie di questo tipo peseranno come macigni sul computo di quelle complessive stagionali, a meno che non si abbia un mese davvero glaciale in grado di riequilibrarle almeno parzialmente.

Insomma non passa mese, stagione, od anno che non metta in evidenza le “stranezze” e gli eccessi (ma quasi sempre in un’unica direzione) di un clima che, specie quelli un poco più attempati, non riconoscono oramai più.

Tutto ciò non deve tuttavia stupire, poiché degli effetti su varie scale spaziali e temporali del climate change si parla da molto tempo, e conseguenze che potevano sembrare “eccessive” se paventate qualche decennio fa, si stanno palesando sotto i nostri occhi con sempre maggiore frequenza.

Allora un ripasso, ma soprattutto un approfondimento su questi “scottanti” (è proprio il caso di dirlo) temi, legati peraltro alla presenza dell’uomo sul nostro pianeta, si rende quanto mai consigliabile, e la nostra associazione ha proprio tra le sue principali missioni quella di informare, divulgare, aggiornare, nel pieno rispetto delle evidenze scientifiche, i cittadini.

E allora l’occasione è di quelle buone per non mancare, sabato 7 gennaio 2017 alle ore 21,00 presso il Teatro Parrocchiale di Lizzano in Belvedere (BO), alla presentazione del libro del nostro presidente Luca Lombroso “Ciao Fossili”, già ora un best seller sull’argomento e vincitore, il 2 ottobre 2016, del Contropremio Carver 2016 nella sezione saggistica: http://www.lombroso.it/1/ciao_fossili_1069578.html

locandina

Un appuntamento importante per approfondire temi riguardanti il cambiamento climatico, i concetti di adattamento e resilienza, un futuro post carbon, le strategie post COP 21 di Parigi ed altro ancora.

Vi aspettiamo numerosi.

Pierluigi Randi, segretario aSMER Emilia Romagna Meteo

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attenzione!

La conferenza di Luca Lombroso è rinviata a data da destinarsi, qui la comunicazione degli organizzatori

la conferenza e presentazione di ciao fossili a lizzano in belvedere e cancellata, qui le motivazioni
buon anno a tutti!

È con profondo rammarico che annunciamo la decisione di annullare la presentazione prevista per il 7 gennaio del libro “Ciao Fossili” dell’illustre Amico metereologo Luca Lombroso.
La decisione è stata presa a seguito della possibilità che la serata da una presentazione del libro sull’ abbandono dei combustibili fossili diventasse un dibattito sull’opportunità o meno di collegare Toscana ed Emilia tramite funivia e seggiovia. La questione in se è interessante ed attuale, ma in tutta sincerità il nostro piccolo gruppo studi non si sente adatto e delegato a patrocinare una discussione con argomenti così lontani dalla nostra competenza storico_culturale.
Ci spiace. Scusate.