Si è da poco concluso l’anno 2015, e, così come il 2014, sotto il profilo meteo-climatologico è risultato ricco di anomalie termiche, ma anche pluviometriche, sulla totalità del territorio romagnolo.

I dati riepilogativi dell’annata appena trascorsa mostrano particolarità che non consentono dubbi sull’attuale trend climatico: il 2015 è stato il secondo anno più caldo dal 1900, subito dopo il 2014, con una anomalia di temperatura media annua non molto lontana da quella che caratterizzò il 2014, e nettamente più consistente anche rispetto alle annate più calde appartenenti al periodo precedente.

Infatti l’anno solare 2015 chiude con una anomalia termica (temperatura media annua) positiva di ben 1,4°C rispetto al valore climatologico di periodo 1971-2000 (dato medio regionale) mentre il 2014 solare chiuse con una anomalia di addirittura 1,8°C.
Una tale anomalia è pari ad uno scarto di circa 2,5 volte la deviazione standard calcolata sul medesimo trentennio; in poche parole è stata superata quasi del triplo quella che sarebbe la normale oscillazione intorno al valore medio.

Occorre ricordare che l’anno solare che si piazza al terzo posto come più caldo su una serie storica che parte dal 1900, risulta il 1994, ma con una anomalia di temperatura media di solo (si fa per dire) 1,0°C.
In pratica se il 2014 fu stato quasi doppiamente caldo rispetto all’anno che prima figurava come il più anomalo di una serie storica secolare, il 2015 si piazza su un ordine di anomalia termica molto simile, solo leggermente più contenuto.

 

2015

Anomalie di temperatura media annua in Romagna dal 1950. Fonte: Annali idrologici, reti ARPA-SIMC ed ASMER.

Dal grafico riportato sopra si evince chiaramente come il 2015 si piazzi dietro al solo 2014 come anno più caldo nella serie storica considerata (in questo caso dal 1950).

Solo le anomalie termiche di temperatura media più contenute nella stagione autunnale (che nel 2014 fu caldissima) hanno impedito che il 2015 si ponesse sullo stesso piano dell’anno precedente, ma in ogni caso stiamo parlando ugualmente di eccessi termici che non trovano precedenti nelle serie storiche regionali.

Alla determinazione di una annata così calda hanno contribuito in massima parte il terzo inverno più mite dal 1900 (dopo il 2013-2014 ed il 2006-2007) e la terza estate più calda sempre dal 1900 (dopo quelle del 2003 e del 2012, vedere grafici sotto), mentre la primavera e l’autunno, benché anch’essi assai caldi, non risultano tra i primissimi posti della serie storica in tema di anomalie termiche positive.

estate 2015

Anomalie di temperatura media estiva in Romagna dal 1950. Fonte: Annali idrologici, reti ARPA-SIMC ed ASMER.

inverno 2015

Anomalie di temperatura media invernale in Romagna dal 1950. Fonte: Annali idrologici, reti ARPA-SIMC ed ASMER.

 

In sostanza due stagioni sono risultate tra le più calde in assoluto e le rimanenti due comunque con valori superiori alla norma climatologica.

A livello mensile si rilevano le seguenti particolarità:

-Mese di luglio più caldo dal 1900 con una anomalia di temperatura media di ben +3,6°C, superando il luglio 1983 (prima il più caldo della serie) di ben 0,8°C.
-Quarto gennaio più mite dal 1900 con anomalia di temperatura media di +2,8°C; preceduto da quelli del 2014, 1988 e 2007 nell’ordine.
-Settimo giugno più caldo dell’intera serie storica con anomalia di temperatura media di +1,7°C.

Solo nel mese di ottobre si sono riscontrate deboli anomalie termiche negative (appena -0,2°C), ma in questo caso esse non sono nemmeno lontanamente paragonabili a quelle positive osservate negli altri 11 mesi.

Sotto il profilo delle precipitazioni l’anno 2015 è risultato sostanzialmente piovoso, con una anomalia pluviometrica leggermente superiore a quella del 2014 (anch’esso piovoso), ma con alcune diversificazioni in ambito territoriale, con il lughese e cesenate che mostrano accumuli pluviometrici annui solo di poco superiori alle medie di riferimento, non contemplando un valore cumulato particolarmente elevato, mentre su faentino, forlivese e fascia costiera (incluso il comparto ravennate( l’anno appena concluso risulta più piovoso, tuttavia non figurando ai primissimi posti dal 1900.

Sul comparto lughese e cesenate si sono registrati accumuli annuali di pioggia oscillanti tra 725 e 790 mm con massimi relativi su cesenate e con una anomalia positiva in percentuale di circa il 15%, aspetto che non colloca il 2015 come tra le annate più piovose in senso assoluto, preceduto, in tempi recenti, dal 2013, 2010, 2005 e 2002, le quali mostrarono valori cumulati assai più elevati.
Sui settori del faentino, forlivese, costa, ravennate orientale e riminese, i quantitativi annui del 2015 oscillano tra 780 e 960 mm con massimi sul faentino, pari indicativamente ad una anomalia positiva percentuale del 30% circa (massimi su faentino con +38% e su forlivese con +31% circa).

Il trend delle anomalie annuali di precipitazione (in % sulla media climatologica 1971-2000), a partire dal 1935, è sintetizzato nel grafico seguente:

 

piogge

Anomalie % di precipitazione annua in Romagna dal 1935. Fonte: Annali idrologici, reti ARPA-SIMC ed ASMER.

Le stagioni più piovose del 2015 risultano quelle invernali (specie la seconda parte) e quella primaverile (con un maggio piovosissimo) con un surplus pluviometrico invernale del 100% circa (accumuli stagionali doppi rispetto alla norma) e primaverile del 90% circa.

Entrambe tuttavia non figurano ai primissimi posti tra le stagioni più piovose della serie storica regionale.
In particolare i mesi di febbraio, marzo e maggio si collocano ai primissimi posti tra i più piovosi in assoluto dal 1920, con febbraio che su diverse aree del lughese, faentino e forlivese-cesenate risulta al primo posto, in qualche caso in coabitazione con il febbraio 1933.

Alle frequenti ed intense precipitazioni invernali (ad eccezione di gennaio) e primaverili, è seguita una estate molto secca con una anomalia pluviometrica negativa del 40% ad eccezione del comprensorio ravennate e di quello riminese laddove manifestazioni temporalesche più frequenti hanno determinato anomalie assai più contenute e talora nulle (Ravenna).
Anomalie pluviometriche negative più consistenti, e superiori a -50% rispetto al valore climatologico si sono registrate su ampi settori del lughese e sul cesenate.
Il mese di luglio, con precipitazioni praticamente assenti per l’intero mese, è quello che ha maggiormente contribuito alla determinazione delle notevoli anomalie pluviometriche estive.
Continua quindi, ed eccezione della parentesi occorsa nel 2014, un trend pluviometrico indirizzato verso un sensibile calo delle precipitazioni estive (-25/-30% circa dal nuovo millennio), che unito a temperature quasi sempre molto al di sopra della norma, fanno del periodo estivo quello che mostra i cambiamenti climatici più consistenti.
Infine l’autunno ha mostrato piovosità inferiore alle medie di riferimento ma solo leggermente, con un deficit del 10% circa, in particolare a causa di mesi di settembre e novembre assai avari di precipitazioni.

Il quadro delle anomalie mensili di precipitazione (in % sulla media climatologica 1971-2000) relative all’anno 2015 è sintetizzato nel grafico seguente:

Piogge 2015

Anomalie % di precipitazione mensile in Romagna nel 2015. Fonte: Annali idrologici, reti ARPA-SIMC ed ASMER

Sul fronte del numero di giorni piovosi essi si sono collocati su valori annui prossimi alla norma, ma con anomalie positive nel primo semestre bilanciate da anomalie negative nel secondo.
Da notare anche le scarsissime precipitazioni di dicembre 2015 (totale assenza di passaggi perturbati e modesti valori pluviometrici solo grazie all’azione delle nebbie).

Una particolarità non di secondo piano, che si aggiunge alle numerose caratterizzanti il 2015, è relativa al numero di giorni con nebbia occorsi in dicembre, i quali nelle zone a maggiore vocazione al fenomeno (lughese, ravennate, pianura faentina) hanno in qualche caso toccato il numero di 30, stabilendo nuovi primati assoluti e superando altri mesi molto nebbiosi che si ebbero a cavallo tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90; oppure negli anni ’70.

In conclusione archiviamo un 2015 caldissimo, che si piazza subito dopo il 2014, ma anche alquanto piovoso, sebbene con accumuli territorialmente assai diversificati a causa della natura in prevalenza convettiva (temporali) delle precipitazioni.
Da segnalare infine come nella “top ten” di annate più calde dal 1900 a livello regionale, ben 8 appartengano al nuovo millennio, con gli unici “intrusi” che risultano essere il 1994 ed il 1990, sebbene a debita distanza dalle prime posizioni, tutte appannaggio del periodo successivo al 2000; un dato su cui riflettere.

P. Randi