Diapositiva015La mattina del 5 ottobre 1990  la ricordo ancora oggi. Non c’era internet, non avevo alcun pluviometro a casa e l’unico primo contatto con la situazione meteo,  dopo le mappe ricevute via radio del giorno prima, al mattino era l’osservazione a vista. Pioveva a dirotto a casa mia, ma arrivaro nella tangenziale, ancora incompleta e con semafori, di Modena, cominciano  i problemi: enormi pozzanghere e pioggia intensa e continua con lunghe code. Entrato in Osservatorio, dove un monitor a fosfori verdi visualizzava i dati in tempo reale delle centraline meteo automatiche, il dato di pioggia dell’osservatorio mi lascia basito: era già oltre i 100 mm, credo sui 140 mm alle 8 del mattino, e ancora pioveva! poi, arrivarono varie telefonate per chiedere informazioni dai quotidiani locali, dal Comune di Modena e dall’AMIU (poi divenuta Meta e ora HERA). La città era praticamente tutta una pozzanghera, con vari punti di crisi, alcuni i soliti di ancor oggi.

Cosa era successo? riporto stralci del libro L’Osservatorio di Modena: 180 anni di misure meteoclimatiche:

Fin dal giorno 2 le previsioni annunciavano: «Peggioramento con precipitazioni a carattere diffuso, occasionalmente temporalesche, più importanti nella giornata di venerdì» (venerdì 5 ottobre 1990). Puntualmente, il giorno 4 si verificano diversi rovesci con pioggia continua moderato-forte in serata (43,3 mm); il  giorno seguente si isola un minimo, non particolarmente profondo, ma con la saccatura in quota stazionaria con l’asse sul nordovest Italia e ali mentata dall’aria fredda. La quantità di pioggia caduta risulta veramente straordinaria e insolitamente concentrata nella zona di Modena città 165,4 mm presso l’Osservatorio  (208,7 mm, quasi 1/3 del valore annuo normale, in appena due giorni). Precipitazioni fortunatamente meno abbondanti, benché consistenti, in Appennino (61,4 mm a Pavullo e 88,4 mm a Sestola secondo i dati del Servizio Idrografico). I danni e i disagi così, benché ingenti, risultarono circoscritti alla città che subì problemi e ri percussioni anzitutto sul traffico urbano e quindi per gli allagamenti e il rigurgito dell’acqua dalle fogne in alcuni quartieri, come testimonia l’ampia rassegna stampa. ”

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isoiete delle precipitazioni del 4-5 ottobre 1990, affascinante mappa tracciata a mano tratta dalla rivista AER, rivista di meteorologia dell’allora ERSA ER ora ARPA

Oltre a quanto, appunto, potete trovare nel volume sul clima di Modena qui vedete altro materiale raccolto dalla cartellina che ancora gelosamente conservo di quell’episodio, tratto da questa lezione al DIEF UNIMORE.

Che “lezione” trarre da quell’episodio? quella pioggia, veramente straordinaria allora e ancor oggi record di pioggia giornaliera a Modena, fu in qualche modo uno dei primi “eventi estremi” che osservai e che ricordo. Si iniziava, cautamente,a  parlare di cambiamenti climatici, era da poco sorto l’IPCC, da allora il clima si è riscaldato in modo così evidente, come e più delle proiezioni di allora, che è perfino sorprendente che ancora oggi si discuti se ci sono i cambiamenti climatici o se vi è causa umana. La domanda, o meglio la preoccupazione, è: se questa situazione si ripete oggi, col pianeta ulteriormente surriscaldato, cosa succederebbe, quanta acqua cadrebbe e la nostra città è pronta?

Unita1990-10-06 Carlino1990-10-06